TopNews. Scuola, Cittadinanzattiva: 50 crolli nell’ultimo anno scolastico
La scuola crolla. Ogni quattro giorni di scuola cade un pezzo di controsoffitto o viene giù una parte di intonaco. Si contano 50 crolli nelle scuole italiane nell’anno scolastico 2017/2018. E per fortuna ci sono stati solo feriti. Ma è il record degli ultimi cinque anni, che in tutto contano 206 crolli con 37 feriti. I dati vengono dal Rapporto sulla sicurezza delle scuole 2018 di Cittadinanzattiva presentato oggi.Il rapporto fa il punto sullo stato delle scuole italiane e quest’anno focalizza l’attenzione su “I cittadini e l’accesso alle informazioni”.
Ma nella mole di dati raccolti emergono quelli raccolti dalla stampa locale: fra settembre 2017 e settembre 2018 si contano cinquanta episodi di crolli e distacchi di intonaco. Spiega Cittadinanzattiva nell’abstract dello studio: “Considerando un anno scolastico di circa 200 giorni, parliamo di più di un episodio ogni 4 giorni di scuola. Ad essere interessate in particolare scuole della Campania (8 casi), del Lazio (7) e della Lombardia (6). Tali casi hanno provocato il ferimento, per fortuna lieve, di 10 bambini e bambine, di 2 docenti e di 1 addetta alle pulizie. Questi si aggiungono ai 156 censiti nei precedenti anni scolastici (36 nel 2013/14, 45 nel 2014/15, 31 nel 2015/16, 44 nel 2016/17), per un totale di 206 episodi in cinque anni”.
Il quadro che emerge dai dati messi insieme da Cittadinanzattiva sulla base di fonti ufficiali, di attività di monitoraggio e istanze di accesso civico presentate agli enti locali “ci permette di ipotizzare – dice l’associazione – la cifra di 15/20 miliardi di euro come indispensabile per ristrutturare o ricostruire, almeno in parte, cominciando dai casi più urgenti, il nostro patrimonio edilizio scolastico”.
Di quali numeri stiamo parlando? Nell’anno scolastico 2017-2018 risultano all’appello 42.435 edifici scolastici con 7.682.635 studenti in 370.611 classi. Sono 245.723 gli alunni con disabilità, 787.936 quelli con cittadinanza non italiana. Le scuole italiane non sono nuove: più di una su due (55%) è stata costruita prima del 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica.
Più di due scuole su cinque si trovano in zona ad elevata sismicità: sono oltre 18 mila gli edifici scolastici che si trovano in aree a elevato rischio sismico, soprattutto in Sicilia, in Campania e in Calabria.
Si tratta di una scuola che continua a rimanere inaccessibile ai disabili: ci sono barriere architettoniche in una scuola su tre, addirittura in oltre otto su dieci in Calabria. Come si legge nel report, dai dati 2015 del Ministero dell’Istruzione emerge che “a livello nazionale, il 29% delle scuole non ha ancora adottato accorgimenti per superare le barriere architettoniche, con punte dell’84% in Calabria, del 51% in Sicilia e del 50% in Campania. Regioni virtuose la Valle d’Aosta, dove le barriere architettoniche interessano solo il 3% delle scuole, il Piemonte (12%), Veneto (13%), FVG (14%)”. Nel dettaglio, prosegue Cittadinanzattiva, “a livello nazionale, gli accorgimenti per rendere accessibili gli edifici scolastici riguardano nel 78% dei casi la presenza di rampe all’accesso; nel 74% l’ampiezza delle porte pari o superiore a 90 cm.; nel 70% la presenza di almeno un servizio igienico per disabili. Il 54% ha provveduto alla rimozione delle barriere nei percorsi interni all’edificio; il 51% presenta scale a norma; il 46% dispone di percorsi esterni accessibili; il 33% possiede ascensori per il trasporto di persone con disabilità motorie, il 15% è provvisto di servo scala e/o piattaforma elevatrice”.
All’indagine basata sull’accesso civico hanno risposto circa il 22% degli enti contattati via Pec. I dati permettono di fotografare la situazione di 6556 edifici scolastici. Sul fronte del rischio alluvioni, sebbene si trovino in aree a rischio circa 6 mila edifici, solo per il 9% delle scuole monitorate è stato adottato il Piano di gestione del rischio alluvione. Se si passa al rischio sismico, “solo per il 29% delle scuole – evidenzia lo studio di Cittadinanzattiva – è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica; fanalino di coda Calabria (solo 2% con verifica), Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui insistono un maggior numero di scuole in zone ad elevata sismicità”.
Ancora: gli adeguamenti sismici sono ancora un miraggio. “Solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato adeguato sismicamente. Sul miglioramento sismico, va meglio per le scuole del Molise (dove l’intervento è stato effettuato nel 41% delle scuole) e la Valle D’Aosta (40%), molto male per quelle del Lazio e della Sicilia (3%)”.
La manutenzione? Si investe un po’ di più ma con grandi differenze fra le regioni. Sul campione di scuole esaminate, evidenzia Cittadinanzattiva, “sono stati realizzati nel 27% dei casi interventi di manutenzione ordinaria e nel 19% di manutenzione straordinaria. Gli enti locali sono intervenuti tempestivamente, in media, nell’86% delle richieste ordinarie e nel 49% di quelle straordinarie”. Le risorse investite nella manutenzione ordinaria in media ammontano a oltre 50 mila euro, gli interventi straordinari a oltre 228 mila euro, con forti differenze regionali: nel primo caso, ad investire di più è la Lombardia (quasi 119mila euro), meno la Puglia (2.943 euro) e la Calabria (2.440 euro); per la manutenzione straordinaria a investire di più è stato l’Abruzzo (1 milione e 316mila euro), meno il Trentino Alto Adige (31.687 euro).
@sabrybergamini
Notizia pubblicata il 27/09/2018 ore 17.03