Scatola nera, problemi di privacy?
La scatola nera da installare a bordo della propria auto per far sì che, in caso di incidente, le compagnie assicurative possano conoscerne esattamente la dinamica, ha sollevato questioni di privacy. Secondo il Garante Privacy, che ha riscritto la bozza di regolamento dell’Isvap, i dati a disposizione delle compagnie di assicurazione sarebbero troppi e gestiti con troppa disinvoltura: la scatola nera, infatti, registra ogni mossa dell’automobilista e, attraverso l’antenna Gps, invia le informazioni in tempo reale alle imprese di assicurazioni. Il Garante ha, quindi, proposto una serie di garanzie per tutelare la privacy degli automobilisti che accettano di installare la scatola nera a bordo della propria auto per avere sconti sulle polizze.
Ad esempio, ha inserito limiti di trattamento dei dati (le imprese potranno trattare dati personali di soggetti identificati solo in caso di sinistro o in occasione delle scadenze contrattuali), indicatori della presenza della scatola nera a bordo e la possibilità di disattivare, da parte dell’utente, il trattamento dei dati relativi all’ubicazione, anche via telefono o con Internet. Infine, limiti di conservazione dei dati ricevuti: si possono conservare, per finalità tariffarie, non oltre 7 giorni dalla loro acquisizione. Poi vanno cancellate o rese anonime.
L’intervento del Garante ha innescato qualche dubbio in più per gli automobilisti intenzionati ad installare la scatola nera. Per questo la TSP (Telematic Services Providers) Association, l’Associazione fra le imprese italiane ed estere che erogano servizi telematici di tipo LSB (Location Based Service), fa qualche precisazione in merito. Ricorda che il decreto liberalizzazione, che prevede l’introduzione della scatola nera, dispone che le compagnie siano obbligate a praticare una riduzione significativa delle tariffe agli assicurati che acconsentano all’installazione di una scatola nera propria auto. Il legislatore, però, ha posto “l’accento sul diritto dei consumatori che liberamente decidano di accettare un certo contratto con le compagnie assicurative e i telematics service providers”. “I consumatori non sono obbligati ad installare una scatola nera”.
L’Associazione chiarisce, ad esempio, che il contratto tipo di Viasat Group (aderente a TSP), stabilisce che “i dati relativi all’utilizzo del veicolo verranno rilevati, elaborati e raccolti dalla società nonché trasmessi alla compagnia in formato analitico solo in occasione di eventuali sinistri. In tutti gli altri casi i dati di utilizzo saranno registrati dalla società e trasferiti alla compagnia esclusivamente in formato aggregato per analisi statistiche (ad esempio il numero di viaggi, i chilometri e tempi di viaggio complessivi del periodo, la percentuale di chilometri e tempo in determinate fasce orarie e diverse tipologie di strade).
“I dati di utilizzo del veicolo forniti alla compagnia saranno disponibili in forma sintetica al cliente stesso via web tramite accesso riservato con apposita password personale rilasciata dalla società. Egli può chiedere la cancellazione, l’anonimizzazione o il blocco degli stessi, se trattati in violazione di legge”.
L’Associazione sottolinea, infine, che in Italia si pagano le polizze più care d’Europa, e forse del mondo, “perché è ampiamente diffusa la pratica di denunciare i sinistri in modo falso o tendenzioso, così come risulta frequente il mancato ritrovamento di auto rubate”. La telematica offre una soluzione a entrambi i problemi: i consumatori che utilizzano una scatola nera possono documentare le modalità di un sinistro per dimostrare che la richiesta di risarcimento avanzato da controparti non è coerente, così come possono ritrovare la propria auto rubata. I sistemi più avanzati, inoltre, possono consentire di ricevere soccorsi medici e meccanici in caso di incidente grazie ai dati trasmessi, quelli sì in tempo reale, ai call center dei Telematics Service Providers. È per queste ragioni che il legislatore prevede l’obbligo di ridurre le tariffe. Il beneficio economico conseguente a questa innovazione tecnologica deve essere a favore dei consumatori.