Integrazione con le altre professioni sanitarie, specializzazione, contatto maggiore con la vita quotidiana dei cittadini anche attraverso l’infermiere di famiglia o di comunità. Sono diverse le azioni che il Tribunale per i diritti dei malato di Cittadinanzattiva ha presentato oggi alla Federazione nazionale delle professioni infermieristiche (FNOPI) per rafforzare il rapporto fra cittadini e infermieri. Una professione cruciale nella sanità, perché sono gli infermieri i professionisti più vicini ai pazienti, quelli che con loro hanno un contatto diretto e sono chiamati a soddisfare importanti bisogni di salute.

Da Cittadinanzattiva arrivano dunque undici proposte (sono tutte qui) frutto dell’Osservatorio civico sulla professione infermieristica promosso dall’associazione insieme alla Fnopi. L’indagine fatta dall’Osservatorio dice che gli infermieri sono promossi dai cittadini ma spesso appaiono impegnati in eccessive attività burocratiche. Gran parte dei cittadini accoglierebbe con favore l’istituzione di un infermiere di famiglia e la presenza di questa figura professionale all’interno delle scuole. Un cittadino su due reputa che il numero di infermieri sia insufficiente per garantire l’assistenza non solo in ospedale ma anche sul territorio.

I cittadini chiedono soluzioni che promuovano la figura del professionista nella realtà quotidiana della persona, vorrebbero essere assistiti da un infermiere nella farmacia dei servizi (65,5%), poter disporre di un infermiere di famiglia/comunità (78,6%), avere la possibilità di consultare un infermiere esperto in trattamento di ferite/lesioni cutanee (86,1%) ma anche uno a disposizione nei plessi scolastici per i bambini e ragazzi che ne potrebbero avere bisogno (84,1%). I cittadini temono che il tempo dedicato all’assistenza da parte degli infermieri venga meno a causa delle attività burocratiche (51,3%). Un paziente su quattro segnala poca empatia e disponibilità all’ascolto e più di uno su tre vorrebbe maggiore integrazione con le altre figure sanitarie.

Da questi dati arrivano le proposte dell’Osservatorio civico, che mirano a rafforzare il ruolo degli infermieri sia nelle equipe mediche sia nei confronti del cittadino. Fra le proposte si segnalano dunque l’integrazione fra più figure sanitarie, la specializzazione dell’infermiere che diventa sempre più esperto specialmente in ambiti quali l’emergenza-urgenza, la chirurgia, la pediatria, la salute mentale. E ancora, dall’Osservatorio arriva la proposta di promuovere la figura dell’infermiere nella realtà quotidiana attraverso l’infermiere a domicilio, l’infermiere di famiglia/comunità, l’infermiere all’interno di plessi scolastici e nelle farmacie dei servizi.

Sostiene Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva: “Oggi consegniamo alla Federazione nazionale le 11 proposte, condivise con tutti gli attori, per il miglioramento dell’assistenza e il rafforzamento dell’alleanza tra cittadini e infermieri. Avanti tutta sull’umanizzazione delle cure, a partire da una maggiore attenzione al dolore e alle sofferenze inutili, il contrasto al minutaggio e alla burocratizzazione dell’assistenza. Priorità alla prossimità delle cure attraverso un rilancio dell’azione politica sulle figure dell’infermiere di famiglia e in generale degli infermieri impegnati nell’assistenza territoriale. E ancora: fondamentale qualificare l’assistenza, garantendo continuità e innovazione dei percorsi attraverso una maggiore valorizzazione delle competenze della professione e maggiore investimenti nel capitale umano”.

“Quella dell’infermiere – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale delle professioni infermieristiche (FNOPI) – è tra le professioni sanitarie più vicine ai cittadini e nel processo di offerta e di garanzia di salute la professione infermieristica ha un ruolo essenziale. Nel futuro della sanità, a fronte dei bisogni di salute della popolazione e in particolare della domanda di cura delle fasce più fragili, gli infermieri avranno un ruolo sempre più incisivo, basato sulla collaborazione sinergica con tutte le altre professioni sanitarie”.


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