La nuova proposta di riparto del fondo destinato alla riduzione del superticket è “irricevibile”. È una netta bocciatura quella che viene oggi da Cittadinanzattiva, che denuncia come il provvedimento dia ancora meno risorse alle Regioni che si trovano più in difficoltà. Sul tavolo c’è l’esigenza di intervenire su quel superticket che l’associazione chiede da tempo di abolire e che prevede il pagamento di 10 euro su ogni ricetta per le prestazioni di specialistica e diagnostica, con un’applicazione diversa fra le Regioni. Poche le eccezioni: non si paga in Sardegna, Valle d’Aosta, nella provincia di Trento e Bolzano e in Basilicata.

La nuova proposta di riparto del fondo nazionale di 60 milioni di euro per la riduzione del Superticket avanzata dalle Regioni è irricevibile, perché peggiorativa rispetto alla prima versione e perché ignora anche le critiche già sollevate con forza dalle organizzazioni di cittadini, degli infermieri e dei medici, nonché da autorevoli esperti”: così Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato in una nota diffusa oggi.

“Il nuovo testo – spiega l’associazione – prevede l’aumento dal 10% al 20%, vale a dire da 6mln a 12mln di euro, della quota di fondo finalizzata a premiare le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Basilicata, quindi automaticamente riduce ancor di più le già poche risorse destinate alle altre Regioni come ad esempio Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Il criterio di riparto dei 48 mln rimane purtroppo lo stesso e cioè solo il numero secco di ricette di non esenti nel 2016”.

Il rischio, paventa Cittadinanzattiva, è che aumentino ancor più le disuguaglianze già esistenti in sanità. “Questa nuova proposta è completamente da riscrivere perché risulta persino peggiorativa sotto tutti i profili rispetto alla prima versione –  ha commentato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva – Ci sono ancora meno risorse per le popolazioni delle Regioni più in difficoltà e il risultato è che il criterio di riparto produrrà iniquità. Non basta: non prevede nemmeno una chiara finalizzazione delle risorse ripartite tra le regioni per rispondere agli obiettivi previsti dalla Legge dello Stato, vale a dire la riduzione del quota di Superticket al fine di conseguire maggiore equità e sostegno ai soggetti più vulnerabili. Ma ancor più grave è che non c’è nessuna previsione di un controllo da parte del Ministero della Salute sul corretto ed effettivo utilizzo di queste risorse da parte delle Regioni, con il rischio che possano anche essere utilizzate per altre finalità.” L’associazione chiede al Ministero della Salute di non approvare la proposta delle Regioni e di introdurre forme di verifica dell’uso delle risorse assegnate. “In caso contrario questo Decreto di riparto finirà per diventare un’ulteriore occasione per aumentare le disuguaglianze in sanità che già esistono nel nostro paese.”


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