Salone del risparmio, Italia in ritardo su educazione finanziaria
L’economia passa attraverso l’educazione finanziaria dei cittadini. È quanto emerso dall’ottava edizione del Salone del Risparmio, in programma a Milano fino al 13 aprile, e inaugurata dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “Cresce la necessità di responsabilizzare le famiglie verso scelte più elaborate. L’Italia in questo campo manifesta un forte ritardo che si traduce in un basso grado di competenza finanziaria dei cittadini” spiega Padoan. “Per questo il ministero dell’Economia ha avviato un’iniziativa volta a coordinare gli attori che hanno responsabilità e competenza in questo campo, a cominciare da una più stretta collaborazione con la Banca d’Italia. Con la Legge di Stabilità del 2016 il Parlamento ha dato ulteriore impulso a questa iniziativa. Si è creato così un percorso di programmazione della strategia nazionale di educazione finanziaria attribuendo al ministero dell’Economia la funzione di coordinamento degli attori coinvolti. La legge dispone anche la creazione di un apposito comitato che verrà istruito entro maggio. Le prime iniziative concrete si avranno entro l’anno e impronteremo la strategia nei due anni successivi” aggiunge Padoan.
Un ulteriore impulso all’azione di Governo arriva dal Presidente di Assogestioni, Tommaso Corcos, che ha lanciato la proposta di un’obbligazione europea. I cosiddetti “european save bonds rappresenterebbero il primo esempio di titoli obbligazionari governativi dell’area euro e potrebbero essere emessi da un’agenzia europea da definire o addirittura dalla Bei e potrebbero avere due tranche, una senior e l’altra junior”. Questo, conclude Corcos, “disinnescherebbe la migrazione tra Paesi, come per esempio tra Germania e Italia, perché i movimenti sarebbero soltanto tra tranche junior e tranche senior e si separerebbe anche il loop negativo tra banche e Paese di appartenenza”.
E a proposito di scenari ed economia globale, interviene Martin Wolf, nota firma del Financial Times: “Negli Usa ci sarà un significativo incremento del deficit fiscale, con uno slancio dell’economia nel breve termine e un dollaro forte che danneggerà la competitività e che potrebbe spingere a un rafforzamento del protezionismo”. Il sentimento populista e antiglobalizzazione, legato all’elezione di Trump sta mettendo a dura prova l’economia globale. “Protezionismo, dollaro forte, inflazione, ma anche deregulation finanziaria e sull’ambiente rischiano nel medio-lungo termine di creare sostanziali problemi, pericolosi e destabilizzanti per tutti” spiega Wolf. Sul fronte europeo, ci saranno invece le elezioni in Francia, dove il primo turno si terrà pochi giorni dopo la chiusura del Salone del Risparmio. Secondo Wolf, nel caso in cui vincesse Marine Le Pen, si profilerebbero due scenari: «Il primo è che il suo programma non sia compatibile con la permanenza della Francia nell’euro e anche nella Ue, rendendo difficile per gli altri Paesi Ue continuare a cooperare con la Francia e di fatto mettendo a serio rischio la sopravvivenza dell’Unione Europea stessa. In un quadro più ottimista, Le Pen non controllerebbe il Parlamento e sarebbe costretta a una coabitazione con un primo ministro di un altro partito, che la limiterebbe nell’implementare le politiche annunciate; in quel caso avremmo una Francia divisa, debole e turbolenta, incapace di essere un partner affidabile in Europa: uno scenario non necessariamente fatale, ma foriero di grandi problemi per la Ue, già alle prese con altre gravi crisi”.
di Marianna Castelluccio