Saldi, partenza tra polemiche e consigli utili
La stagione dei saldi invernali, partita ieri in Sicilia e Basilicata, si aprirà per il resto d’Italia il 5 gennaio. Ma è già polemica: alcuni paventano il flop, stimando un calo di vendite che potrebbe raggiungere addirittura il 30%.
C’è chi considera i saldi una “storia anacronistica”, come il segretario generale di Adiconsum Pietro Giordano, secondo cui quella sui saldi è “una norma violata sempre di più dagli stessi commercianti, che ormai operano – giustamente – secondo leggi di mercato e non secondo leggi pensate e scritte nel dopoguerra”.
C’è,poi, chi coglie l’occasione della liberalizzazione degli orari dei negozi per parlare di deregulation dei saldi. E’ quanto sostiene Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), che spiega: “Le liberalizzazioni rappresentano una grande opportunità per i consumatori e potrebbero rappresentare anche un incentivo ai consumi in questo momento di crisi: non vediamo controindicazioni per i piccoli rivenditori a vantaggio delle grandi catene – prosegue Dona – anzi potrebbe essere l’occasione per creare nuovi posti di lavoro e raggiungere anche quella fascia di consumatori che per motivi di lavoro devono rimandare gli acquisti al week end”.
Secondo il segretario dell’UNC, “il periodo dei saldi sarà un ottimo banco di prova”, “anche se avremmo preferito – precisa – che fosse data più libertà ai commercianti con la possibilità di scegliere quando iniziare i ribassi a seconda delle esigenze territoriali. La decisione della data unica, stabilita già dallo scorso luglio, mette sicuramente ordine nel sistema, ma non riesce ad evitare i soliti trucchetti di chi propone sconti sottobanco prima della data ufficiale”. “Per evitare raggiri è necessario però anche il senso di responsabilità dei consumatori: non si dovrebbe cedere alla frenesia dell’affare a tutti i costi; meglio diffidare dai saldi superiori al 60%; controllare bene i cartellini, ricordando che deve essere specificato il prezzo intero, quello in saldo e la percentuale di sconto. Inoltre è sempre bene conservare lo scontrino: anche la merce in saldo deve essere cambiata se difettosa. Infine – ricorda Dona – i negozianti sono tenuti ad accettare pagamenti con carta di credito anche durante i saldi”.
E quest’anno, più che mai, possono tornare utili i consigli che le Associazioni dei consumatori forniscono per evitare brutte sorprese e fare l’acquisto giusto. In attesa e nella speranza che il Governo Monti operi anche questa liberalizzazione nella “Fase 2”, Adiconsum propone un Decalogo per gli acquisti con saldi. Ecco alcuni dei consigli forniti: sull’oggetto in saldo deve essere sempre riportato il prezzo d’origine non scontato, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale; è meglio diffidare di quei negozi che espongono cartelli con sconti esagerati e fare riferimento a negozi già conosciuti per acquistare la merce in saldo: sconti superiori al 50-60% nascondono spesso merce non proprio nuova; attenzione all’eventuale presenza di merce venduta a prezzo pieno insieme alla merce in sconto; conservare sempre lo scontrino per potere eventualmente cambiare la merce difettosa. Infine se il commerciante si rifiuta di cambiare un articolo difettoso in saldo o non voglia restituire i soldi Adiconsum invita a rivolgersi alla polizia municipale, segnalando il caso all’Associazione.
Anche Altroconsumo ha pubblicato un Decalogo per i saldi. Molti dei consigli forniti sono gli stessi: controllare il cartellino del prezzo e verificare che il capo sia in buone condizioni. “Se il difetto viene fuori dopo l’acquisto, potrete chiedere la risoluzione del contratto: il negoziante deve restituirvi l’importo pagato oppure ridurvi il prezzo. È importante conservare lo scontrino”. Ricordare, inoltre, che i prezzi esposti vincolano il venditore: se alla cassa viene praticato un prezzo o uno sconto diverso da quello indicato, bisogna dirlo al negoziante e, in caso di problemi, rivolgersi alla polizia municipale. La garanzia vale per due anni dall’acquisto. Attenzione, dunque, agli scontrini di carta chimica, che sbiadiscono dopo qualche mese; fotocopiateli per poterli esibire al momento opportuno. La garanzia va fatta valere entro 60 giorni dal momento in cui si scopre il difetto (D.lgs. 24/2002).
Il Codacons parla di saldi già iniziati ovunque: dalle verifiche a campione effettuate in questi giorni dall’Associazione nelle città di Milano e Roma, risulta che i saldi sono già iniziati nell’80% dei negozi della capitale e nel 75% di quelli milanesi. “Da chi mette sfacciatamente le scritte promozionali in vetrina rischiando la multa, a chi invia ai clienti sms, lettere, tessere sconto o, molto più semplicemente, abbassa il prezzo al momento dell’acquisto – scrive in una nota il Codacons, secondo cui si tratta dell’ennesima dimostrazione di quanto sia anacronistico e ridicolo il regolamento sui saldi. “Il settore del commercio – spiega l’associazione – è ancora ben lungi dall’essere stato liberalizzato con il provvedimento sugli orari e sulle aperture libere. Le mancate liberalizzazioni costano ai cittadini ben 5,5 miliardi di euro a causa del ritardo nel commercio al dettaglio alimentare, e 2,5 miliardi per il commercio al dettaglio non alimentare”.
Il Codacons chiede al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera non solo i saldi liberi ma anche la soppressione del Regolamento del Consiglio dei Ministri sulle vendite sottocosto del 23/02/2001 che impedisce al negoziante di vendere sottocosto per più di 3 volte all’anno, per una durata superiore a 10 giorni, per più di 50 prodotti e se non sono passati almeno 20 giorni dall’ultima vendita sottocosto. “Questo – conclude il Codacons – è un Paese al contrario: puoi vendere una arancia ad un milione di euro, dato che manca la definizione di prezzo anomalo, ma non puoi venderlo sottocosto”.