Risparmio tradito, Federconsumatori: scegliere la trasparenza informativa
Contro il risparmio tradito e l’asimmetria informativa fra chi vende e chi compra va fatta una scelta netta di campo: la trasparenza dei rischi, attraverso un approccio basato sugli scenari probabilistici. In pratica, significa la presentazione della probabilità che un dato prodotto finanziario ha di portare a una “vincita” o a una “perdita”: chi investe in uno strumento finanziario deve conoscere quali sono le probabilità di perdere o di guadagnare o di andare “in pareggio”. Questo l’oggetto del convegno di Federconsumatori “Tutelare il risparmio dei cittadini per consentire il risanamento del paese”.
Per dirla con le parole del professor Francesco Corielli, dell’Università Bocconi di Milano: il principio da seguire è “non far fare ad altri investimenti che non vorresti altri facessero fare a te”. E con le parole del vicepresidente Federconsumatori Francesco Avallone: “Tutto quello che conosce il venditore deve essere messo a conoscenza del compratore“.
I casi di risparmio tradito ormai sono diventati molteplici, ci sono “cascati” anche gli enti locali, e una soluzione ci potrebbe essere: aumentare la trasparenza attraverso la tecnica degli scenari di probabilità.
“Il risparmio delle famiglie è stato tradito tante volte – ha esordito il presidente Federconsumatori Rosario Trefiletti – basti ricordare i bond argentini, le vicende Parmalat, Cirio, la Lehman Brothers. Nel nostro paese il risparmio è calato fortemente: nell’ultimo ventennio c’è stato un calo del 60% e nel 2012 si è scesi sotto la soglia del 10% di famiglie che riesce a risparmiare”. Nonostante questo – si evince dalla documentazione diffusa nell’incontro – e nonostante la crisi, la propensione al risparmio delle famiglie italiane rimane ancora elevata e lo stock di risparmio accumulato nel tempo è ancora molto alto rispetto al Prodotto interno lordo. Spesso però si è assistito a casi di risparmio tradito, che hanno portato perdite anche superiori al 70% dei risparmi investiti, attraverso la collocazione di prodotti finanziari con rilevanti commissioni occulte oppure con operazioni spregiudicate costruite ad hoc da parte di colossi finanziari, finite a danno dei piccoli azionisti sui quali sono stati trasferiti i rischi. I casi di risparmio tradito hanno causato una perdita di fiducia nel mercato azionario e una distrazione di risorse dalle famiglie.
C’è inoltre lo scandalo dei derivati venduti agli enti locali: le ultime stime evidenziano un controvalore nazionale di derivati venduti agli enti locali compreso fra 50 e 80 miliardi di euro. Ecco dunque le basi sulle quali si innesta la richiesta di superare l’asimmetria informativa fra venditore e investitore attraverso la conoscenza delle probabilità di perdere o guadagnare, quindi attraverso la trasparenza dei rischi, portata avanti dagli scenari probabilistici quale chiave per tutelare il risparmio privato e dei beni pubblici.
La questione degli scenari probabilisti, invece, non è stata presa in considerazione come punto di riferimento dalla recente normativa europea e dalle autorità europee. Spiega Francesco Avallone, vicepresidente Federconsumatori: “Non è stata indicata come regola di presentazione dei prodotti di risparmio. Noi invece siamo convinti che se una regola è più garantista di altre, vada applicata. Noi chiediamo a Consob e banche di utilizzare questo meccanismo perché è l’unica strada per eliminare l’asimmetria informativa: tutto quello che conosce il venditore deve essere messo a conoscenza del compratore. Gli scenari probabilistici permettono di ottenere questo risultato. Vogliamo simmetria informativa: quello che conosce il venditore deve conoscere l’investitore”.
E se spesso il risparmiatore ha “tradito” il proprio risparmio semplicemente dedicando poco tempo ad informarsi sugli investimenti, come ha evidenziato il prof. Francesco Corielli, è anche vero che “la scelta europea è stata: niente possibili valori e niente probabilità”, e si è limitata a prevedere di presentare almeno tre possibili scenari senza l’elemento della probabilità.
Un arretramento rispetto all’evoluzione che aveva avuto il concetto di trasparenza, come si evince dall’intervento dell’avvocato Emilio Girino: da un approccio quantitativo, per cui si forniva all’investitore quante più informazioni possibili (col risultato che troppe informazioni, peraltro tecniche, a fronte di investitori con scarsa erudizione finanziaria e tempo scarso, producono opacità) si è passati a un approccio più qualitativo nel quale una tappa importante è stata la riforma Mifid 2007, che ha esteso la nozione di informazione e introdotto il concetto di comprensibilità dell’informazione e di ragionevolezza della comprensione. Alla fine del percorso c’è stata invece un’inversione e gli scenari probabilistici sono stati cancellati dai prospetti informativi. Ora non vengono seguiti dalla Consob. “L’articolo 95 comma 4 del TUF consente alla Consob il potere di stabilire il contenuto tipico che uno strumento finanziario deve avere – ha detto Girino – Questo potrebbe contenere dunque gli scenari probabilistici, ma la norma non è stata seguita”.
Federconsumatori, del resto, non lesina critiche all’operato recente della Consob. Dice Trefiletti: “Non si riesce a capire perché non si discuta di strumenti importanti di difesa del risparmio come gli scenari probabilistici, non si mettano in campo strumenti per superare l’asimmetria informativa tra chi detiene i titoli e chi vuole risparmiare. E ci sono comportamenti riorganizzativi che non ci piacciono”. Sotto accusa ci sono le scelte di policy fatte dall’attuale presidenza Consob, dall’abbandono di un approccio di trasparenza basato su scenari probabilistici, al “mancato supporto all’adozione di adeguati livelli d’informativa sui rischi connessi alle operazioni in derivati degli enti locali”, ad alcune semplificazioni normative che avrebbero ridotto le tutele per il pubblico. Si legge nella documentazione di Federconsumatori: “Si tratta di approcci di policy che non sembrano essere coerenti con la mission della Consob, la tutela degli interessi dei risparmiatori, e che sembrano troppo orientati al mercato e poco alla tutela dei risparmiatori/consumatori”.
@sabrybergamini