Il bilancio familiare ha una certa dose di oscurità. La maggior parte delle spese sono note in modo approssimativo, che siano luce e gas, tasse e tariffe, spese per la salute, per cibo e abbigliamento. E la cultura finanziaria e assicurativa latita, tanto che la metà degli intervistati considera scarse o pessime le proprie conoscenze. La consultazione civica svolta da Cittadinanzattiva su un campione di 1500 cittadini restituisce la difficoltà a misurarsi con bilancio familiare, risparmi, voci di spesa, economia e finanza. Solo poco più di un cittadino su tre conosce con precisione a quanto ammontano le proprie spese mensili. La metà le conosce in maniera approssimativa e una percentuale non irrilevante, che oscilla fra l’11% e il 17%, non lo sa per nulla.

La consultazione rientra nel progetto “Risparmio e vulnerabilità”, parte del programma di iniziative “Più informati, più protetti” promosso dal Forum ANIA Consumatori. L’obiettivo è di incidere sulla filiera del risparmio e di informare i consumatori di rischi e soluzioni. La consultazione evidenzia quanto questi temi siano problematici per i cittadini, a partire dall’effettiva possibilità di risparmiare (per il 33% le entrate coprono appena le uscite) e dalla conoscenza precisa dei soldi che escono da casa.

È per tutti abbastanza chiaro, evidenzia Cittadinanzattiva, quali siano i costi che nel corso di un anno hanno subito un incremento che ha inciso sul proprio budget. Nello specifico gli aumenti sono stati registrati soprattutto per le utenze (es. luce e gas), il trasporto privato e le tariffe dei servizi di pubblica utilità (rifiuti, acqua, tpl, asili nido). In controtendenza il 50% degli intervistati dichiara di non sapere se l’importo della rata del mutuo/affitto sia aumentata rispetto all’annualità precedente. Inoltre, solo il 47% di chi sostiene pagamenti rateali dichiara di conoscere precisamente l’importo delle rate.

La metà del campione intervistato riconosce come scarse o pessime le proprie conoscenze economico/finanziarie e solo il 16% le considera buone o ottime. Uno su cinque non sa, ad esempio, di poter sospendere il pagamento delle rate del mutuo in determinate condizioni e circa un terzo non è a conoscenza dei bonus elettrici. Non è ottimo nemmeno il livello di informazione su cosa sia detraibile con la dichiarazione dei redditi: se il 70% circa sa di poter detrarre le spese sanitarie, la percentuale scende al 55% per il mutuo o l’affitto e al 18% per le spese assicurative.

Solo la metà degli intervistati adotta in media strategie di risparmio. Succede per lo più nel settore dei generi alimentari e di abbigliamento (dove si arriva ad un 80% di persone che fa attenzione a offerte e saldi), il 63% dichiara invece di acquistare farmaci equivalenti e poco più del 40% prova invece a risparmiare sui prodotti bancari e assicurativi. Oltre la metà degli intervistati (56%) non sa dell’esistenza del bonus utenze, il 60% non fa attenzione o non conosce le agevolazioni-detrazioni legate a trasporto pubblico locale e asili nido.

La scarsa tendenza al risparmio è per lo più motivata dal fatto che per un cittadino su tre le entrate coprono appena le uscite e un ulteriore 9% spende più di quanto guadagna. Poco conosciute o poco utilizzate le forme di investimento dei risparmi: il 25% non ha risparmi, più del 44% li raccoglie sul conto corrente e il 12% su un libretto di risparmio.  La percentuale maggiore di investimenti segnalata è dell’11,8% e riguarda prodotti assicurativi. Ancora un dato evidenzia la carenza di informazioni e conoscenze su finanza e risparmio: il 70% degli intervistati non è a conoscenza di corsi di educazione finanziaria e di portali web contenenti materiali informativi, al momento ancora poco utilizzati. Più dei due terzi degli intervistati sarebbe però interessato a parteciparvi.

 

Notizia pubblicata il 09/05/2019 ore 17.11


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