Le norme sul rimborso ai risparmiatori coinvolti nei crac bancari sono state inserite nel decreto crescita approvato dal Consiglio dei Ministri. Fra le norme inserite nel provvedimento ci sono quelle che “determinano i requisiti per l’accesso al Fondo indennizzo risparmiatori”, si legge nella nota ufficiale di Palazzo Chigi. E anche in un post su Facebook, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte scrive che “il Governo ha incluso nel decreto la norma che permetterà il rimborso dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie”.

Si prevedono dunque i rimborsi per le vittime dei crac bancari, seguendo il principio del doppio binario che era stato già identificato – rimborsi automatici per chi ha un reddito inferiore ai 35 mila euro e un patrimonio inferiore ai 200 mila euro, con un tetto che sembra essere stato innalzato rispetto a quello originariamente previsto. Si attende ora, per avere più particolari, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che ci dovrebbe essere lunedì.

Le misure previste per azionisti e obbligazionisti sono spiegate dal Ministero dell’economia e delle finanze. Per il Fondo di indennizzo risparmiatori sono stati stanziati complessivamente 1,5 miliardi di euro nel triennio 2019-2021. “Si apre così l’iter – spiega una nota del Mef – che porterà ai rimborsi per i risparmiatori coinvolti dai crac bancari: saranno automatici per il 90% circa della platea, ovvero chi ha un reddito imponibile inferiore ai 35.000 euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro, soglia elevabile a 200.000 euro subordinatamente all’approvazione della Commissione Europea. Per il restante 10% viene predisposto un indennizzo semiautomatico, con la semplificazione dei processi di verifica da parte di una Commissione tecnica attraverso la tipizzazione in diverse categorie delle violazioni massive e dei criteri che portano all’erogazione diretta dell’indennizzo. Entro il limite massimo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore, gli azionisti avranno diritto ad un indennizzo pari al 30% del costo di acquisto mentre per gli obbligazionisti subordinati tale soglia sale al 95%”.

“Con il Dl crescita sembrerebbe scritta l’ultima parola sulla vicenda dei rimborsi per i risparmiatori”, commenta Federconsumatori che spiega: “È confermato il doppio binario per l’ottenimento dei rimborsi: saranno «automatici», previo esame dei requisiti, per le persone fisiche con redditi 2018 fino a 35mila euro o patrimoni mobiliari per cui il tetto sembrerebbe esser stato innalzato fino a 200mila euro. Tutti gli altri dovranno accedere all’arbitrato, secondo una procedura facilitata. La soluzione del doppio binario – prosegue l’associazione – incontra il nostro accordo, in quanto si trova in linea con le proposte avanzate fin dal primo momento dalla Federconsumatori. In realtà avevamo anche chiesto di prevedere un canale preferenziale e un maggiore rimborso per i risparmiatori in maggiore difficoltà, privilegiando i soggetti in condizione di disagio economico e coloro che sono stati costretti a sottoscrivere azioni baciate, ma il Governo non ha seguito questa strada. Ci riserviamo pertanto di continuare le nostre iniziative su questo versante”. Nel voto del decreto, spiega Federconsumatori, dovranno essere definite la tipizzazione della situazione e la documentazione per l’accesso al rimborso. “I risparmiatori hanno già atteso molto e non sono giustificabili ulteriori ritardi”.

“Il Consiglio dei Ministri questa notte ha deciso di dare impulso all’iter legislativo ampliando il numero dei risparmiatori che accederanno automaticamente al Fondo, così accogliendo la nostra linea.”: così si legge in una nota congiunta firmata da alcune associazioni (Unione Nazionale Consumatori, Vittime del Salvabanche, Associazione Dipendiamo Banca Marche, Associazione Azionisti Banca Marche, Risparmiatori Azzerati Carife, Movimento Risparmiatori Traditi) che hanno preso parte al tavolo convocato a Palazzo Chigi lo scorso 8 aprile e che accolgono con favore la decisione del Governo, parlando di “vittoria per le associazioni di risparmiatori coinvolti nei crac bancari”. Almeno per quelle che hanno dato il via libera alla proposta del Governo, dopo che il consenso all’unanimità delle associazioni presenti non era stato raggiunto.

Adesso, proseguono le sigle, “è fondamentale che il Governo proceda, facendo sì che tutti i risparmiatori di tutte le banche coinvolte, beneficino del Fondo; le associazioni di risparmiatori si rendono disponibili a collaborare e supportare l’azione del Governo nell’interesse dei cittadini che rappresentano”.

“Richiamiamo pertanto tutti ad un generale senso di responsabilità da parte del Governo, che ora deve arrivare rapidamente al provvedimento finale nell’interesse degli oltre 300.000 risparmiatori azzerati, dando loro risposte concrete – concludono le associazioni firmatarie della nota –  ma il senso di responsabilità  è richiesto anche alle Associazioni e ai loro rappresentanti , che mettano da parte le divisioni che poco interessano i diritti dei risparmiatori; 300.000 risparmiatori non possono più aspettare ulteriori ritardi ed è nel loro precipuo interesse, che inviamo questa nota, invitando tutti i soggetti coinvolti ad arrivare ad una soluzione”.


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