La vendita dei rilevatori di gas era ben congegnata: il venditore si presentava a casa, bussando prevalentemente alla porta di persone anziane, e faceva leva sul rischio – e sulla paura – di fughe di gas e sulla necessità di attuare un’adeguata prevenzione attraverso l’acquisto di un prodotto che veniva addirittura prospettato come obbligatorio. Informazioni date in modo scorretto e non trasparente, ha deciso l’Antitrust, che ha sanzionato tre imprese per complessivi 95 mila euro.
Le tre aziende multate (Sipre srl, Siv srl e Sip srl rispettivamente per 35 mila euro, 10 mila euro e 50 mila euro) sono attive nella vendita di rilevatori di gas ma hanno adottato pratiche commerciali ingannevoli. Scrive l’Antitrust nell’odierno bollettino che dall’istruttoria, e dalle segnalazioni fatte, “emerge univoca la circostanza lamentata secondo cui gli agenti addetti alle vendite avrebbero proposto prevalentemente il prodotto a persone anziane ed avrebbero sfruttato il timore di queste ultime rispetto ai pericoli derivanti da possibili fughe di gas ed avrebbero inoltre affermato – durante le visite al domicilio dei consumatori – che l’acquisto del dispositivo risultava obbligatorio per legge. Peraltro, dalle stesse segnalazioni emerge che, in una prima fase, gli incaricati alle vendite non informavano i consumatori della reale natura dell’incontro affermando  di voler semplicemente fornire ai soggetti contattati informazioni sulla prevenzione da possibili fughe di gas”.
I comportamenti descritti, continua l’Autorità, non erano isolati ma venivano attuati in quasi tutti i contatti avuti dagli addetti alle vendite: rappresentavano dunque una vera e propria strategia commerciale, qualificata come pratica commerciale scorretta. Ad aggravare la pratica, il fatto che la vendita fosse condotta a domicilio: secondo l’Antitrust, nella vendita a domicilio il consumatore si trova in una posizione di debolezza nei confronti di una tecnica di vendita basata sull’effetto sorpresa, tanto più forte in quanto esercitata soprattutto nei confronti di persone anziane. Il sistema di vendita adottato era dunque “preordinato a creare una pressione psicologica sui clienti”. Senza contare che venivano fornite informazioni inesatte, incomplete e non veritiere sulle caratteristiche e sulle condizioni economiche dei prodotti: “le indicazioni fornite nel corso dell’incontro sono piuttosto scarne e generiche circa l’acquisto da effettuare, il costo dello stesso, la natura della sottoscrizione ed i diritti derivanti da tale sottoscrizione – spiega l’Antitrust –  In particolare, molti segnalanti hanno fatto presente come l’installazione di un rilevatore di gas fosse stato prospettato come obbligatorio”.
Anche nella multa verso Sip, l’Antitrust sottolinea come l’evocazione della paura del gas fosse una precisa strategia di vendita: “Dalla documentazione acquisita agli atti ed in particolare dal manuale di vendita emerge che le direttive impartite dal professionista alla propria rete di vendita circa i comportamenti da adottare nel corso della visita a domicilio sono improntate a far si che i venditori adottino comportamenti diretti ad indurre i consumatori all’acquisto dei prodotti proposti sulla base delle paure derivanti dalle conseguenze legate all’assenza di un prodotto, quale quello proposto, che sia idoneo a rilevare le fughe di gas. In più parti di questi manuali è possibile leggere che la sicurezza è l’elemento da sfruttare per convincere i consumatori ad acquistare l’apparecchio per la rilevazione delle fughe di gas”. Troppa pressione psicologica, dunque, ancor più grave in quanto rivolta prevalentemente a persone anziane.


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