La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Ue per non aver bonificato o chiuso 44 discariche che rappresentano “un grave rischio per la salute umana e l’ambiente”. Le discariche dovevano essere bonificate entro il 16 luglio 2009 ma, nonostante qualche progresso, l’Italia è decisamente rimasta indietro.  “Malgrado i precedenti ammonimenti della Commissione, l’Italia ha omesso di adottare misure per bonificare o chiudere 44 discariche non conformi, come prescritto dall’articolo 14 della direttiva relativa alle discariche di rifiuti (direttiva 1999/31/CE del Consiglio)”, argomenta Bruxelles.

L’Italia, come altri Stati, era tenuta a bonificare entro il 16 luglio 2009 le discariche che avevano ottenuto un’autorizzazione o che erano già in funzione prima del 16 luglio 2001 (“discariche esistenti”), adeguandole alle norme di sicurezza stabilite in tale direttiva oppure a chiuderle. La Commissione aveva già trasmesso un parere motivato supplementare nel 2015 nel quale esortava l’Italia a trattare adeguatamente 50 siti che rappresentavano ancora una minaccia per la salute e l’ambiente. Nonostante alcuni progressi, nel maggio 2017 non erano ancora state adottate le misure necessarie per adeguare o chiudere 44 discariche. Nell’intento di accelerare il processo la Commissione ha deciso dunque di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea. La causa fa parte di un procedimento che interessa anche altri Stati: Bulgaria, Cipro, Spagna, Romania, Slovenia e Slovacchia.


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