Ricerche online, Altroconsumo e Beuc: più trasparenza da Google
I rimedi proposti da Google per limitare l’abuso della posizione dominante nel mercato delle ricerche online continuano a danneggiare i consumatori. Occorre maggiore trasparenza nei risultati di ricerca. Per questo motivo Altroconsumo assieme al Beuc chiede alla Commissione europea che vengano respinti. Per lo stesso motivo le due organizzazioni hanno inviato una lettera all’Antitrust. L’indagine europea è stata aperta nel 2010.
Secondo Altroconsumo e il Beuc, le soluzioni presentate da Google continuano a danneggiare il benessere dei consumatori, rappresentano un freno per l’innovazione e limitano ulteriormente la concorrenza nel mercato dei servizi di ricerca online. In quest’ottica riteniamo importante che Google sia obbligato a utilizzare meccanisimi oggettivi e non discriminatori per classificare e visualizzare tutti i risultati delle ricerche, inclusi i link ai servizi della stessa azienda.
Come ha scritto qualche giorno fa la rivista Key4biz, l’indagine europea per sospetto abuso di posizione dominante è stata aperta nel 2010, dopo che l’Antitrust ha ricevuto diverse denunce contro il motore di ricerca, tra cui quella del portale Ciao, rilevato da Microsoft nel 2008. Il gruppo di Redmond ha quindi presentato una propria denuncia nel marzo del 2011 insieme ad altre web company.
Per rispondere ai dubbi sollevati dalla Commissione, Google ha proposto una serie di misure che vanno dall’etichettatura dei link ai propri servizi di ricerca specializzati oggetto di un trattamento preferenziale alla ‘separazione’ di questi link in modo in appositi riquadri. E ancora, ha proposto di pubblicare i collegamenti a tre servizi di ricerca specializzati concorrenti vicino ai propri e in modo visibile; di offrire ai siti web l’opzione opt-out dai servizi di ricerca specializzata di Google, garantendo che il rifiuto non comporterà la revisione del ranking nei risultati di ricerca generale; di permettere ai siti di rifiutare l’uso di tutti i loro contenuti nei servizi di ricerca specializzati di Google.
Agli editori, quindi Google propone la possibilità di contrassegnare parte delle proprie informazioni in modo tale che non siano utilizzate dal motore di ricerca oltre a un meccanismo con cui controllare le informazioni visualizzate pagina per pagina su Google News e alla rinuncia di accordi, scritti o non scritti, che li obblighino fare pubblicità contestuali esclusivamente tramite Google o agli inserzionisti di usare diverse piattaforme, anche concorrenti, per le loro campagne.