Resistenza agli antibiotici, una settimana per promuovere l’uso consapevole di questi farmaci (Immagine WAAW web banners)

Parte oggi la Settimana mondiale degli antibiotici 2024. O meglio, la Settimana di sensibilizzazione sulla resistenza antimicrobica dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) volta a promuovere l’uso consapevole degli antibiotici. Da oggi al 24 novembre, la settimana vuole rappresentare l’occasione per aumentare la consapevolezza e la comprensione della resistenza antimicrobica (AMR) e promuovere le migliori pratiche tra le parti interessate per ridurre l’emergenza e la diffusione di infezioni causate da agenti resistenti agli antimicrobici. Il tema della WAAW 2024 è “Educare. Sostenere. Agire ora”.

Sul sito dell’OMS è possibile consultare la guida alla campagna 2024 elaborata per fornire informazioni chiave e idee su come aderire e partecipare.

Nell’ambito della WAAW si svolge anche la Giornata europea degli antibiotici (18 novembre, European Antibiotic Awareness Day), un’iniziativa europea di sanità pubblica, coordinata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), che fornisce supporto per le campagne nazionali sull’uso prudente degli antibiotici nell’UE/SEE mettendo a disposizione materiali ed eventi per la giornata.

 

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Resistenza agli antibiotici, crisi sanitaria globale

La resistenza agli antibiotici è un grande problema di sanità pubblica ed “è una crisi socioeconomica e sanitaria globale urgente – spiega l’OMS – Ha un impatto significativo sulla salute umana e animale, sulla produzione alimentare e sull’ambiente. I patogeni resistenti ai farmaci rappresentano una minaccia per tutti, ovunque”.

La resistenza agli antibiotici si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti non rispondono più agli agenti antimicrobici. Come risultato della resistenza ai farmaci, gli antibiotici e altri agenti antimicrobici diventano inefficaci e le infezioni diventano difficili o impossibili da trattare, aumentando il rischio di diffusione della malattia, malattia grave e morte.

Secondo l’ECDC ogni anno oltre 35.000 persone nell’Unione Europea muoiono a causa di infezioni resistenti agli  antimicrobici. La mortalità causata da queste infezioni è paragonabile a quella di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS messi insieme. Ogni anno, inoltre, 4,3 milioni di pazienti nell’Unione Europea/Spazio economico europeo (UE/SEE) contraggono almeno un’infezione correlata all’assistenza sanitaria durante la loro degenza in ospedale e molte di queste infezioni sono resistenti agli antimicrobici. Ogni giorno circa 1 paziente su 14 (circa il 7%) ricoverato negli ospedali dell’UE/SEE contrae almeno un’infezione correlata all’assistenza sanitaria. Inoltre, spiega ancora l’ECDC, 1 microrganismo su 3 rilevato nelle infezioni correlate all’assistenza sanitaria è un batterio resistente a importanti antibiotici, e questo limita le opzioni disponibili per il trattamento dei pazienti infetti.

L’obiettivo della Ue è di ridurre del 20% il consumo totale di antibiotici negli esseri umani. A fronte di questo, però, l’ECDC spiega che “gli scarsi progressi verso gli obiettivi dell’UE sul consumo di antimicrobici e il continuo aumento del consumo di antibiotici “di riserva” e “ad ampio spettro” dell’OMS evidenziano la necessità di intensificare gli sforzi per contrastare l’uso non necessario e inappropriato di antimicrobici a tutti i livelli dell’assistenza sanitaria (vale a dire nei settori della comunità, ospedaliero e dell’assistenza a lungo termine) nell’UE/SEE”.


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