A chi non è riuscito a ottenere il rimborso dei cofanetti regalo non rimane che presentare istanza al passivo fallimentare: il Tribunale di Perugia ha infatti dichiarato a gennaio il fallimento di Move Group s.r.l., la società che vendeva i cofanetti Movebox e RegalOne. L’istanza va presentata entro il 28 agosto 2016. Questo l’ultimo sviluppo di una vicenda che ha creato non pochi disagi ai consumatori, che da diverso tempo denunciavano l’impossibilità di fruire degli assegni regalo, la mancata ricezione dei cofanetti acquistati, il mancato rimborso dei cofanetti RegalOne e la difficoltà di contattare il call center.
Lo scorso 26 gennaio, dopo un iter che andava avanti ormai mesi, il Tribunale di Perugia ha infatti dichiarato il fallimento di Move Group s.r.l., la società che commercializzava i cofanetti RegalOne e Movebox. “A chi non è riuscito a ottenere il rimborso del cofanetto non rimane altra soluzione, se non quella dell’insinuazione al passivo fallimentare”, spiega Altroconsumo, che dà alcune indicazioni su come procedere.
È possibile presentare l’istanza esclusivamente via PEC, all’indirizzo del curatore fallimentare f5.2016perugia@pecfallimenti.it almeno 30 giorni prima dell’udienza di verifica dello stato passivo. Essendo questa fissata per il 28 settembre 2016, l’istanza dovrà essere presentata entro il 28 agosto 2016. Il ricorso è gratuito e può essere proposto anche senza l’assistenza di un avvocato. Assieme all’istanza, devono essere inviati anche i documenti in grado di fornire prove dell’acquisto del prodotto. L’indirizzo PEC può anche essere quello di un soggetto diverso da quello che presenta l’istanza. La domanda deve contenere le seguenti voci:

  • indicazione del nome e/o del numero del fallimento;
  • le generalità di chi propone la domanda;
  • la determinazione della somma (capitale e relativi interessi) che si intende insinuare al passivo;
  • l’esposizione dei fatti e degli elementi che costituiscono la ragione della domanda;
  • l’indicazione di un indirizzo PEC al quale ricevere tutte le comunicazioni relative alla procedura.

“Meglio non riporre troppe aspettative in questa operazione”, ammette però Altroconsumo: “Le possibilità di recuperare qualcosa dall’insinuazione al passivo sono scarse, anche perché le casse della società non sono certo piene. Questa tipologia di crediti, inoltre, viene soddisfatta solo dopo che sono stati pagati i cosiddetti creditori privilegiati: per esempio lo Stato, il Fisco e i lavoratori dipendenti della società, secondo quanto previsto dalla legge fallimentare”.
 


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