Lo aspettavano in molti, come una manna dal cielo o per tirare un sospiro di sollievo, e finalmente è arrivato. Il reddito di cittadinanza è stato tra le voci più ricercate su Google negli ultimi mesi: cos’è, come funziona, chi ne ha diritto, a quanto ammonta il sussidio, sono stati tra gli interrogativi più discussi e “cliccati”. Trascorso il tempo necessario tra la presentazione della domanda (per ora ne sono arrivate all’Inps circa 800 mila) e l’elaborazione dei dati per stabilire quanto spettasse ad ognuno dei richiedenti, sono arrivati i primi assegni, o meglio le prime ricariche sulle card del reddito di cittadinanza. E una nuova ondata di polemiche si è scatenata quando da più parti giungevano voci di somme molto lontane dai famigerati 780 euro che si attendevano.

Così, in parte per placare gli animi e in parte per dare prova del lavoro svolto in base ai parametri stabiliti dalla legge, l’Istituto di Previdenza Sociale ha diffuso alcuni dati relativi alle prime 472.970 domande elaborate. Di queste, il 71% ha ricevuto importi superiori ai 300 euro. Nello specifico, il 50% è compreso nella fascia tra 300 e 750 euro, mentre oltre i 750 euro si attesta il 21% delle somme in pagamento.

Insomma, dai dati, sembrerebbe che solo il 7% dei richiedenti abbia ottenuto un importo compreso nella fascia tra i 40 e i 50 euro.

Basteranno i numeri a spazzare le polemiche sulla presunta insoddisfazione dei beneficiari? Si, ma potrebbero non essere sufficienti. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, infatti, i dati sono comunque ben lontani dalle promesse fatte dal Governo. L’associazione ribadisce che a raggiungere o superare la cifra dei famosi 780 euro sono meno del 21,4% dei beneficiari. “Se a questo si aggiunge che i 780 erano i 6/10 del reddito mediano familiare al tempo dello studio Istat sul reddito di cittadinanza, diffuso nel 2014, ma nel frattempo il reddito è salito e ora il dato andrebbe aggiornato e arrivare fino ad 811 euro, 810,7 per la precisione, il quadro è ancora più deludente”, commenta Massimiliano Dona, presidente di UNC.

“Infine, se sono arrivate, come sostiene il presidente Tridico, solo 800 mila domande, quand’anche venissero tutte accolte, è evidente che saremmo ben lungi dal coprire tutte le famiglie povere assolute, pari a 1 milione e 778 mila, più del doppio. Per questo, è evidente, che vanno subito ampliati i criteri reddituali per la concessione del beneficio, almeno fino a coprire i 6 miliardi di stanziamento 2019”, conclude Dona.


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