
Rapporto Coop: nel 2025 gli italiani temono di spendere di più e attuano strategie di risparmio (Foto di Bruno da Pixabay)
Rapporto Coop: nel 2025 gli italiani temono di spendere di più e attuano strategie di risparmio
Al primo posto delle intenzioni di spesa per il 2025 troviamo bollette e utenze, ovvero spese obbligate. Le famiglie con redditi più contenuti prevedono qualche sacrificio sulla spesa di verdura, frutta e pesce
In un contesto caratterizzato da guerre, tensioni internazionali, emergenza ambientale, il 40% degli italiani sceglie il termine “preoccupazione” pensando al 2025 appena iniziato. Il 25% opta per “insicurezza” e il 21% chiama in causa l’“inquietudine”. Contemporaneamente, c’è anche chi usa la parola “curiosità” (28%) e si spinge fino alla “fiducia” (23%) e addirittura all’“ottimismo” (22%). È quanto emerso dal Rapporto Coop con le previsioni per il 2025.
Preoccupano, dunque, le guerre e i conflitti (81%), le tensioni geopolitiche (76%) e i cambiamenti climatici (71%). Mentre, ad alimentare la positività, intervengono gli affetti familiari (69%), la salute fisica (59%) e il benessere psichico (56%).
Rapporto Coop: nel 2025 prevale il timore di spendere
Secondo quanto emerso dai sondaggi, gli italiani che ipotizzano – nel 2025 – una crescita dei consumi superano del 6% quelli che prevedono di diminuirli. Purtroppo, però, tra le categorie di consumo che raccolgono le maggiori intenzioni di acquisto si registrano soprattutto le spese obbligate; coloro che pensano di spendere di più per le utenze superano del 26% coloro che sperano, invece, di pagare meno.
“Il saldo è allo stesso modo positivo per le spese per la salute fisica (24%) e il consumo domestico di cibo (21%). Tutti gli altri settori manifestano, invece, intenzioni di acquisto in prevalenza negative, soprattutto per ristorazione, viaggi e intrattenimento extradomestico”, spiega il Rapporto Coop.
Alcune famiglie, secondo lo studio, “immaginano un rallentamento delle rinunce, per esempio il 10% in meno rispetto al 2024 immagina di non riuscire a pagare mutuo o affitto nei prossimi 12 mesi, l’8% in meno pensa di far ricorso ai risparmi e il 6% in meno di rinviare spese programmate. Ma rimangono in campo le strategie per risparmiare già sperimentate negli ultimi anni, come il ricorso alle promozioni (lo farà l’88% del campione), la rinuncia al superfluo (77%) e la scelta della convenienza per il 75%”.

La grande maggioranza degli italiani rinvia poi, almeno per un altro anno, gli acquisti di beni durevoli (casa, auto, elettrodomestici e tecnologia); in contrazione anche le intenzioni di acquisto dello smartphone, sorpassato nelle intenzioni di spesa per l’acquisto di piccoli elettrodomestici: sembra essere nelle intenzioni del 32% del campione, a fronte di un 24% ancora propenso all’acquisto del cellulare nuovo. Anche la casa (9% pensano all’acquisto e il 14% ad una ristrutturazione) e l’auto (dove non vi sono segnali di inversioni di tendenza dopo i ripetuti crolli degli ultimi periodi) scivolano sempre più in fondo nella wish list degli italiani per l’anno appena iniziato.
Le scelte alimentari
Per quanto riguarda l’alimentazione, l’indagine rileva una crescita del consumo domestico nelle intenzioni, mentre quello fuori casa rimane appannaggio dei più abbienti. In linea con questa tendenza il 71% privilegerà piatti dalle preparazioni lunghe a discapito dell’acquisto di piatti pronti, mentre il cibo preferito sarà salutare (66%), semplice (53%) e tradizionale (51%).
Prevalgono, quindi (almeno nelle intenzioni), le diete più salubri, con un maggior contenuto di verdure (31%), frutta (28%) e pesce (23%), mentre appaiono in calo soprattutto salumi (33%), dolci (29%), carni rosse (29%) e bevande alcoliche (24%).
Anche sulla tavola domestica pesano più che mai le disuguaglianze sociali ed economiche che si acuiscono in tutto il Paese: le famiglie con redditi più contenuti si vedono costrette a immaginare qualche sacrificio sulla spesa di verdura, frutta e pesce. E nelle strategie di risparmio indicate dalle famiglie persiste il ricorso alla Marca del Distributore (il 29% ne aumenterà gli acquisti) e ai discount (lo farà di più il 24%).
