parafarmacia

Gli italiani hanno una scarsa alfabetizzazione scientifica e lo si vede soprattutto dall’uso che fanno dei farmaci. Prendiamo il caso dell’influenza, visto che siamo in tema: il farmaco migliore contro l’influenza è il riposo, ma questo non è scritto da nessuna parte e in tanti continuano a cercare il medicinale giusto per farla passare. Questo semplice esempio fotografa un po’ la cultura del farmaco in Italia. Lo ha detto il Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco Luca Pani, durante la conferenza stampa di presentazione del Rapporto Aifa sull’uso dei farmaci nei primi mesi del 2012.
aifaQuanti medicinali consumano gli italiani? Ogni italiano, da gennaio a settembre 2012, ha consumato in media 22 confezioni di farmaci, con un leggerissimo calo dello 0,2% rispetto al 2011. In totale sono state 1 miliardo e 368 milioni le confezioni acquistate e 965 le dosi giornaliere prescritte ogni mille abitanti, circa una dose per ogni italiano. La Sicilia è la Regione con il consumo di farmaci più elevato, con una media di 1.083,7 dosi al giorno ogni mille abitanti, mentre nella Provincia autonoma di Bolzano si registra il consumo più basso (720 dosi medie giornaliere per 1.000 abitanti).
Nei primi 9 mesi dell’anno che si è appena concluso si è registrato un calo significativo del consumo di antibiotici: -6,4% rispetto al 2011, con 21 dosi giornaliere ogni mille italiani. In netto calo anche la spesa per gli antibiotici: -18,3%, con una spesa procapite di 9 euro. Il calo di antibiotici si è registrato in tutte le Regioni, ma in Basilicata, Molise e Liguria è stato più accentuato (rispettivamente -12,4%, -11,7% e -10,4%). In Valle d’Aosta (-0,8%), Lombardia (-1,4%), e Sardegna (-2,1%) il fenomeno è stato meno rilevante.
Lasciando perdere gli antibiotici, quali sono i farmaci più consumati dagli italiani? Al primo posto ci sono i farmaci per il sistema cardiovascolare: con una media di 469,6 dosi giornaliere per mille abitanti e una spesa di 50 euro pro capite, costituiscono il 41,3% del consumo totale di farmaci. In questo settore, alcuni farmaci tra i più utilizzati, come l’atorvastatina, il candesartan e l’irbesartan, hanno perso il brevetto e il loro prezzo è calato di oltre il 14%.
La seconda categoria di farmaci più usati dagli italiani è quella dell’apparato gastrointestinale e metabolismo: 168,2 dosi giornaliere ogni mille abitanti (il 14,8% del consumo totale di farmaci), con una spesa di 29 euro a testa. Al terzo posto troviamo i farmaci del sangue ed organi emopoietici, con 162 dosi giornaliere per mille abitanti e una spesa di 21,8 euro pro capite; al quarto posto ci sono i farmaci del sistema nervoso centrale (SNC) con 78,7 dosi giornaliere per mille abitanti e 24 euro di spesa a testa. Gli antidepressivi si confermano al primo posto per prescrizione tra i farmaci del sistema nervoso centrale. Infine, al quinto posto ci sono i farmaci per l’apparato respiratorio con 51,2 dosi giornaliere ogni mille abitanti, e una spesa di 13,7 euro pro capite.
Nei primi nove mesi del 2012 i medicinali a brevetto scaduto hanno costituito quasi il 40% della spesa convenzionata e più della metà delle dosi giornaliere consumate ogni mille abitanti (55,3%). Sia la spesa sia i consumi dei farmaci a brevetto scaduto sono risultati in aumento rispetto all’anno 2011, rispettivamente del +6,4% e del +10,2%. A registrare i maggiori incrementi nell’utilizzo sono state Calabria (+13,4%) e Sardegna (+12,4%).
I medicinali equivalenti, i cosiddetti “generici puri”, hanno rappresentato il 25,2% della spesa totale dei medicinali a brevetto scaduto (assistenza convenzionata), quasi il 10% della spesa totale dei farmaci e il 17,3% dei consumi totali. Complessivamente, le Regioni in cui sono stati registrati i più elevati consumi di medicinali a brevetto scaduto sono state l’Umbria (57,7%), la Toscana (56,8%) e l’Emilia Romagna (56,7%), mentre l’incidenza più bassa è stata rilevata in Sardegna (51,4%), Basilicata (51,6%) e Molise (51,6%). Tra i primi 30 principi attivi a brevetto scaduto a maggior spesa è risultato stabile al primo posto il lansoprazolo, seguito da altri due inibitori della pompa protonica: il pantoprazolo e l’omeprazolo.
In totale, da gennaio a settembre 2012, gli italiani hanno speso 1.052 milioni di euro in farmaci con un aumento del 7,8% rispetto al 2011, determinato dalla crescita della spesa per la differenza tra il farmaco acquistato dal cittadino e il prezzo di riferimento dei medicinali a brevetto scaduto (+13,4%). La spesa farmaceutica nazionale totale (che comprende i farmaci distribuiti attraverso le farmacie pubbliche e private e quelli acquistati e dispensati dalle strutture sanitarie pubbliche), è stata di 19,2 miliardi di euro, tre quarti dei quali rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
La spesa farmaceutica territoriale a carico del SSN, che comprende i farmaci distribuiti attraverso le farmacie pubbliche e private e la distribuzione diretta e per conto, è stata di 9.223 milioni di euro (152,1 euro pro capite) con una riduzione del -6,8% rispetto allo stesso periodo del 2011. Tale flessione è dovuta alla diminuzione del -9,6% della spesa farmaceutica convenzionata controbilanciata, in parte, dall’aumento della spesa per i medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto (+3,2%). Rimangono sostanzialmente stabili i consumi mentre si riduce del 6,8% la spesa territoriale a carico del Servizio Sanitario Nazionale  risultata pari a 9.223 milioni di euro.
“Dai dati contenuti nel Rapporto – ha affermato Pani – notiamo un consumo di medicinali che si rivela sostanzialmente stabile a livello nazionale, mentre a livello regionale si evidenzia una certa variabilità. I farmaci per il sistema cardiovascolare sono i più utilizzati dagli italiani e quelli che assorbono la maggior percentuale di spesa, seguono i farmaci per l’apparato gastrointestinale, i farmaci del sangue e organi emopoietici, quelli per il sistema nervoso centrale e per l’apparato respiratorio. Il Rapporto – ha aggiunto Pani – ci indica che nel nostro Paese si continua a consumare una quota significativa di antidepressivi e tra questi quelli maggiormente prescritti sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)”.
“Dal punto di vista della spesa – ha concluso Pani – assistiamo a una contrazione della spesa complessiva determinata, per la spesa convenzionata, ovvero per i farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale distribuiti attraverso le farmacie pubbliche e private, da una flessione dei prezzi del -8,5%. Parallelamente decresce anche la spesa a carico dei cittadini che si riduce dell’1%”.
Un commento al Rapporto Aifa è arrivato anche dal Ministro della Salute Renato Balduzzi: “Il Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia, presentato oggi dall’Agenzia Italiana del Farmaco, evidenzia il ruolo del lavoro svolto dall’Agenzia nella gestione della spesa farmaceutica, in linea con la politica attuata dal Governo. Un’azione che ha permesso di tenere sotto controllo la spesa complessiva, grazie ad una marcata riduzione della spesa territoriale che ha consentito di riequilibrare l’incremento della spesa ospedaliera, mantenendo il sistema farmaceutico nell’ambito della compatibilità economica. Il percorso intrapreso è quello giusto – ha aggiunto Balduzzi – e l’auspicio è che anche in futuro si continui ad operare in tale direzione, a tutela dei cittadini, che solo grazie a politiche oculate e ad un’Aifa forte, capace ed indipendente, avranno la certezza di poter continuare a disporre di farmaci sicuri ed efficaci per le cura delle patologie. Una spinta determinante potrà venire dalla promozione presso i cittadini di una cultura del farmaco che privilegi un approccio consapevole e responsabile ai farmaci e l’adozione di corretti stili di vita”.
di Antonella Giordano
Twitter @Anto_Gior

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