Protezione dati, un anno di GDPR. Europa: fare di più nella conoscenza diritti
Protezione dei dati, si può fare di più. A un anno dall’applicazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Ue (GDPR), gli europei sono abbastanza informati sulle nuove norme in materia di protezione dei dati, sui loro diritti e sulle autorità nazionali cui rivolgersi. Ma solo tre europei su dieci conoscono tutti i loro diritti. Pochissimi leggono integralmente le informative sulle privacy. E il 62% teme di non avere il controllo completo dei dati personali forniti online.
Il quadro emerge da un sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi dalla Commissione europea in occasione di un evento che celebra il primo anno di applicazione del GDPR. Commenta Andrus Ansip, Vicepresidente per il Mercato unico digitale: “I cittadini europei sono diventati più consapevoli dei loro diritti digitali e questa notizia è incoraggiante. Tuttavia solo tre europei su dieci hanno sentito parlare di tutti i loro nuovi diritti in materia di dati”.
Aggiunge Vĕra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere: “Aiutare gli europei a riprendere il controllo dei loro dati personali è una delle nostre principali priorità. Tuttavia, del 60 % degli europei che leggono le informative sulla privacy, solo il 13 % le legge integralmente, perché le informative sono troppo lunghe o troppo difficili da capire. Esorto ancora una volta tutte le società online a fornire informative sulla privacy che siano concise, trasparenti e di facile comprensione per tutti gli utenti. Invito inoltre tutti gli europei a fare uso dei propri diritti in materia di protezione dei dati e a ottimizzare le impostazioni relative alla privacy”.
Il 73% degli intervistati (27 mila nel campione Eurobarometro) ha sentito parlare di almeno uno dei sei diritti in esame garantiti dal regolamento generale sulla protezione dei dati. I livelli più alti di informazione tra i cittadini sono stati registrati per il diritto ad accedere ai propri dati (65%), il diritto di rettificare i dati errati (61%), il diritto di opporsi alla ricezione di messaggi di marketing diretto (59%) e il diritto che i propri dati siano cancellati (57%). Inoltre il 67% degli intervistati è a conoscenza del regolamento generale sulla protezione dei dati e il 57% conosce l’autorità nazionale per la protezione dei dati del proprio paese. Dai risultati emerge inoltre che la protezione dei dati è fonte di preoccupazione, poiché il 62% degli intervistati teme di non avere il controllo completo dei dati personali forniti online.