Protesi Pip, CdS: sì all’espianto in tutti i casi
Si ritorna a parlare di protesi Pip, le protesi mammarie finite sotto accusa alla fine dello scorso anno, prima in Francia e a catena in tutti gli altri Paesi dove la Poly Implant Prothesis aveva venduto i suoi prodotti, perché si era riscontrato un numero di casi di tumore alla mammella in presenza di questi prodotti. La novità di oggi è che il Consiglio di Stato ha respinto l’appello presentato dal Ministero della Salute contro la sentenza con la quale il Tar del Lazio lo scorso aprile ho ordinato al dicastero di rivedere il provvedimento che fissava limiti all’espianto e al reimpianto di protesi Pip a carico del SSN.Cosa era accaduto? Per far fronte alle preoccupazioni delle circa 5 mila donne che nel nostro Paese si erano sottoposte ad un intervento chirurgico con protesi Pip, il ministro della Salute, Renato Balduzzi, aveva emanato un’ordinanza. L’intervento del Ministro, tuttavia, non era rivolto a placare i timori di tutte le donne che non sentivano sicure della protesi che era stata loro impiantata: l’ordinanza, infatti, limitava la possibilità di effettuare l’espianto e il reimpianto delle protesi solo in presenza di danni fisici o di una precisa indicazione medica.
Il Codacons, ritenendo assurda questa limitazione, aveva presentato ricorso al Tar Lazio che, ad aprile scorso, ha condiviso il suo punto di vista bocciando l’impostazione del Ministero al quale veniva ordinato di tornare sui suoi passi e modificare il provvedimento, e il CdS ha ora confermato la decisione del Tar.
“Anche la sola paura di possibili effetti negativi per la salute è motivo sufficiente per ottenere l’espianto delle protesi Pip e il reimpianto di altre protesi a carico del SSN – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Già più di 180 donne si sono rivolte al Codacons per chiedere al Ministero e ai soggetti responsabili i danni legati alle protesi pericolose, ed è ancora possibile per chi lo desiderasse partecipare alle azioni risarcitorie avviate dall’associazione”.
C’è da dire, che sulla cancerogenicità delle protesi Pip non c’è una voce unanime: da ultimo, il rapporto conclusivo del sistema sanitario nazionale inglese condotto dal direttore Bruce Keogh ha sancito che il gel non è tossico o cancerogeno, ma che gli impianti hanno il doppio di probabilità di rottura, rispetto agli altri.