Protesi anca Asr De Puy, Cittadinanzattiva: più informazione, no allarmismo
Dopo lo scandalo delle Pip è la volta delle protesi all’anca Asr prodotte dalla De Puy e commercializzate dal 2004 al 2010. Ad agosto 2010 è stata la ditta produttrice a ritirare volontariamente le protesi a seguito di verifiche che dimostravano un maggior numero di reinterventi di impianto rispetto ad altre tipologie di protesi.
L’azienda ha inviato al Ministero della salute la segnalazione di possibili effetti dannosi legati all’impianto della protesi Asr. I problemi principali sarebbero scollamenti di componenti, sacche di liquido, spostamento e dolore. Il Ministero ha provveduto ad informare le strutture ospedaliere coinvolte per richiamare i pazienti. Ma l’informazione è ancora poco chiara e Cittadinanzattiva sta ricevendo tante telefonate di cittadini che vogliono maggiori notizie.
Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato mette a disposizione dei cittadini il servizio PIT Salute per informazioni e consulenza, ma consiglia di non allarmarsi. “Ai cittadini che hanno subito un impianto di protesi d’anca tra il 2004 ed il 2010 suggeriamo di controllare nella cartella clinica quale tipologia di protesi è stata impiantata; di regola, infatti, ogni volta che viene impiantato un dispositivo medico o protesi vengono riportate in cartella clinica una serie di informazioni quali la marca, il modello, la dimensione, il numero di lotto ed il numero di serie della protesi”. Soltanto chi ha una protesi Asr De Puy deve rivolgersi al medico chirurgo che ha effettuato l’intervento oppure ad un ortopedico
Il medico provvederà a far eseguire gli esami utili a valutare eventuali situazioni di rischio, dalle analisi del sangue per valutare il livello di cobalto presente nel sangue ad ecografie (o altri esami diagnostici) per valutare possibili problemi meccanici della protesi. Le spese per questi controlli e per l’eventuale espianto sono completamente rimborsati ai cittadini dalla De Puy.
“Chiediamo al Ministero della salute di accelerare l’istituzione di un vero e proprio Registro nazionale degli interventi di protesi, sulla base dell’esperienza pilota già attivata dall’Istituto Superiore di Sanità – afferma Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva – Questo permetterebbe di avere informazioni dettagliate sull’impianto di ogni protesi e di raggiungere più facilmente i cittadini coinvolti”.