Prosciutto crudo destinato allo smaltimento, venduto come prodotto di qualità (etichettato come DOP) ad aziende che lo avrebbero usato per farcire la pasta ripiena. I carabinieri del Nas di Bologna hanno sequestrato oltre 40 tonnellate di prodotto, derivante da scarti di lavorazione, e denunciato tre persone, tra cui l’amministratore delegato di un’azienda che produce prosciutti nel Parmense. “E’ solo la punta dell’iceberg di un fenomeno in crescita che ha portato nel 2015 a sequestri nella filiera della carne per 78,7 milioni” commenta Coldiretti.
prosciutto“Le frodi a tavola si moltiplicano nel tempo della crisi soprattutto con la diffusione dei cibi low cost e sono crimini particolarmente odiosi perché – sostiene la Coldiretti – si fondano sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Oltre un certo limite non è possibile farlo se non si vuole mettere a rischio la salute”.
Coldiretti sottolinea che gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata. In Italia sono allevati – sostiene la Coldiretti – piu’ di 8 milioni di maiali destinati per il 70 per cento alla produzione dei 36 salumi che hanno ottenuto dall’Unione Europea il riconoscimento di denominazione di origine (Dop/Igp) che vanno protetti dalle frodi e dalle sofisticazioni. Il settore della produzione di salumi e carne di maiale in Italia, dalla stalla alla distribuzione, vale – conclude la Coldiretti – 20 miliardi.

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