Siamo nell’era dell’Internet of me, dove la rete è la rappresentazione immateriale della realtà che ciascuno di noi si è costruito ma il sistema di gestione delle informazioni che transitano sulle grandi piattaforme web genera un flusso di dati poco trasparente verso innumerevoli soggetti terzi. Lo dice Antonello Soro, Presidente dell’Autorità Garante Privacy, nel corso della presentazione della Relazione Annuale che si svolta questa mattina alla Camera dei Deputati, ribadendo la necessaria funzione dell’Autorità in un contesto in cui il caso Cambridge Analytica rappresenta solo la punta dell’iceberg.

La conferma arriva dalla pioggia di attacchi informatici avvenuta nel corso del 2017: solo nel mese di maggio in Italia si è toccata la soglia di 140 attacchi al giorno. Dal 25 maggio sono aumentate di oltre il 500% le comunicazioni di data breach (ovvero di violazione dei dati personali) al Garante che, assieme a quelle notificati a partire dal mese di marzo, oltre 330.000 persone.

Gli algoritmi “non sono neutri sillogismi di calcolo ma opinioni umane strutturate in forma matematica che, come tali, riflettono, in misura più o meno rilevante, le precomprensioni di chi li progetta, rischiando di volgere la discriminazione algoritmica in discriminazione sociale. Rispetto a questi rischi, risultano importanti le garanzie sancite dal nuovo quadro giuridico in ordine ai processi decisionali automatizzati, assicurandone la contestabilità e la trasparenza della logica, ed esigendo, almeno in ultima istanza, il filtro dell’uomo, per contrastare la delega incondizionata al cieco determinismo della tecnologia”.

In questo senso, la mancanza di un quadro regolatorio espone a rischio la stessa sovranità nazionale, rendendo vulnerabili gli Stati che non hanno disciplinato le condizioni per un corretto sviluppo dell’economia digitale.

Tra le azioni più significative portate avanti dal Garante nel corso del 2017, si sottolineano gli interventi di tutela a favore dei minori vittime di cyberbullismo. Alla luce dei nuovi compiti assegnati, il Garante ha predisposto misure e procedure per la rimozione dei contenuti offensivi e ha siglato un protocollo di intesa con la Polizia Postale allo scopo di rafforzare il sistema di tutele e attivare una rete di intervento tempestiva e coordinata.

Un notevole impegno è stato profuso nelle attività di contrasto al telemarketing selvaggio, con controlli effettuati anche al di fuori dei confini nazionali, nei confronti di una pluralità di soggetti operanti in questa filiera. le verifiche hanno fatto emergere un utilizzo spregiudicato di ingenti basi dati di utenze telefoniche, l’assenza di adeguate procedure di raffronto con le black list, la violazione delle regole di correttezza nella raccolta del consenso e una generalizzata noncuranza nei riguardi dei diritti degli interessati.

Sul tema fake news, Il Garante osserva che nella società digitale “il ruolo del giornalista si carica ulteriormente di responsabilità nel fornire un’informazione corretta e rispettosa dei diritti altrui: un faro da seguire per orientarsi tra le post-verità”.

Una rapida battuta c’è stata anche sul tema caldo degli ultimi giorni: la riforma di copyright. “Forse il tema del copyright è adesso entrato in una fase di più serena discussione. Personalmente sono convinto che la direttiva europea così com’era impostata risolveva una parte dei problemi, quelli della remunerazione giusta del diritto d’autore, ma prestava il fianco a una manipolazione o a una discrezione nel rubinetto delle informazioni, da parte di chi deve pagare, che va corretto. Ci sono discussioni aperte, non la risolviamo con una battuta. Sono convinto che questi mesi di discussione nel Parlamento europeo serviranno a trovare soluzioni equilibrate che diano risposta alla giusta esigenza degli editori, ma che tutelino anche la libertà di rete”.

 

Notizia pubblicata il 10/07/2018 ore 17.33


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