Proiezioni al ribasso per la crescita dell’Europa: nel 2013 si prevede una crescita dello 0,1% del Pil dell’UE e, addirittura, una contrazione dello 0,3% del Pil della zona euro. In aumento la disoccupazione che dovrebbe toccare l’11,1% nell’UE e il 12,2% nella zona euro. Forse ci sarà una graduale diminuzione dell’inflazione che, nel 2014, potrebbe stabilizzarsi sull’1,7% per l’UE e 1,5% nella zona euro. E’ quanto emerge dalle previsioni d’inverno per il 2012-2014 pubblicate dalla Commissione Europea.
Gi analisti di Bruxelles volano bassi, considerando la debolezza economica degli ultimi mesi del 2012: dopo il miglioramento sui mercati finanziari registrato l’estate scorsa, l’andamento economico del secondo semestre dell’anno è stato deludente. E la crescita nel 2013 sarà più lenta del previsto. Al momento i consumi e gli investimenti interni sono frenati dalla combinazione, tipica dei periodi successivi a una profonda crisi finanziaria, di debolezza del ciclo, incertezza e protrarsi dell’aggiustamento dei bilanci e della ridistribuzione delle risorse all’interno dell’economia.
Se le famiglie e le imprese ritroveranno gradualmente la fiducia, l’impatto negativo di questi fattori verrà attutito. E se, come si prevede, l’allentarsi delle tensioni sui mercati finanziari si rispecchierà in migliori condizioni di accesso al credito, consumi e investimenti torneranno a crescere nel corso del 2013. Per ora, però, si prevede che la ripresa quest’anno sarà trainata dalla domanda esterna e solo nel 2014 dovrebbe subentrare la crescita della domanda interna. Per l’anno prossimo si attende una crescita dell’1,6% del Pil delll’UE e dell’1,4% della zona euro. Nel 2014, infatti, si consiliderà il processo di aggiustamento di bilancio e la crescita potrà avanzare.
Sebbene i rischi che pesano sulle prospettive di crescita indichino ancora un’evoluzione prevalentemente negativa, la distribuzione del rischio è oggi molto più equilibrata. Per arginare il rischio di un ulteriore aggravamento della crisi del debito sovrano è essenziale l’attuazione effettiva di politiche di rafforzamento dell’unione economica e monetaria e di promozione degli aggiustamenti necessari.
Ma la priorità per allontanare il rischio è il lavoro: se il mercato del lavoro continuerà ad essere debole, inciderà negativamente sulla domanda interna e rallenterà lo slancio riformista. Se i progressi nella risoluzione delle crisi e l’andamento delle riforme strutturali fossero più veloci del previsto e se la fiducia ritrovata fosse più forte del previsto, i rischi saranno di certo minori.
Olli Rehn, Vicepresidente e Commissario per gli Affari economici e monetari e l’euro, ha dichiarato: “Il riequilibrio dell’economia europea in corso continua a gravare sulla crescita a breve termine. Deludenti i dati oggettivi della fine dell’anno scorso, più incoraggianti alcuni dati soggettivi del passato recente, in aumento la fiducia degli investitori per il futuro: questa, in sintesi, la situazione attuale. I recenti decisivi interventi a livello politico stanno spianando la strada verso la ripresa. Dobbiamo mantenere la rotta delle riforme e non perdere slancio, perché altrimenti la virata di fiducia in corso potrebbe abortire ritardando le necessaria ripresa della crescita e dell’occupazion.


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