Prescrizione multe e tasse, MC: non si scarichi sui cittadini inefficienze di Equitalia
Un emendamento alla legge di Bilancio 2018, che nelle prossime ore approderà in Parlamento, potrebbe prevedere che il termine di prescrizione di tasse e di sanzioni diventi decennale quando la cartella sia stata notificata e non opposta nei termini di legge. La nuova norma si applicherà, ad esempio, alla tassa automobilistica che oggi ha termine di prescrizione di tre anni. Ma non solo, anche alle sanzioni del Codice della strada, a quelle per emissioni assegni a vuoto, per i contributi Inps, per i premi Inail, per la quota prevista per la refezione scolastica, alla Tarsu, Tari, Imu che oggi hanno termine di prescrizione di cinque anni.
Per fare un esempio, oggi 27 ottobre 2017 le pretese aventi natura di sanzione/contributi Inps portate in una cartella di pagamento notificata il 26 ottobre 2010-2011-2012 sono prescritte. A partire da gennaio 2018, se questo emendamento alla legge di Bilancio fosse accolto, potrebbero tornare in vita.
Il testo dell’emendamento esprimerebbe il concetto giuridico opposto e contrario alla giurisprudenza consolidata, che invece ha deciso che anche in caso di mancata opposizione della cartella il termine di prescrizione, ad esempio per le sanzioni del Codice della strada, resti comunque e sempre di cinque anni.
“Questa norma, potrebbe danneggiare enormemente i cittadini e minare la certezza del diritto”, spiega Alessandro Mostaccio, segretario generale MC, “viene da pensare che potrebbe essere inserita per porre rimedio all’inefficienza di Equitalia e delle società di riscossione che negli anni non sono riuscite ad adempiere agli impegni assunti, provocando, tra l’altro, sempre più spesso la soccombenza anche giudiziale dello Stato in tutte le aule di tribunale, da quelle pendenti avanti il Giudice di Pace sino alla Cassazione. Inquietante anche la previsione contenuta nell’emendamento di via libera alla cessione. anche a soggetti privati, dei crediti dello Stato, dell’Inps e dei comuni. Con una prescrizione più lunga naturalmente questi crediti diventerebbero più appetibili sul mercato. La questione non è renderli ‘allettanti’ (bisognerebbe evitare che si crei un ingente mercato di questi crediti), ma recuperare inefficienza”.
Notizia pubblicata il 27/10/2017 ore 17.21