L’Italia è insieme la prima vittima e il primo produttore di merce contraffatta e se non prendiamo atto di questo duplice ruolo, che ha un’ambiguità di fondo, non riusciremo mai a combattere un fenomeno che è diventato sempre più forte e sempre più complesso. Bisogna partire da un discorso di valore: che valore ha un prodotto “taroccato” per chi lo acquista? E’ stata un po’ questa la domanda centrale della sesta edizione del “Premio Vincenzo Dona”: l’evento, organizzato dall’Unione Nazionale Consumatori, si è tenuto oggi a Roma ed ha mandato un messaggio forte, già riassunto nel suo slogan “non tutto quello che compri è ciò che credi”.
Partiamo dal valore della merce contraffatta: sostanzialmente valore risiede nella voglia che il consumatore ha di apparire, di mostrare qualcosa che, pur non essendo autentico, imita un grande marchio. Questo succede perché siamo in una società in cui spesso l’apparire prevale sull’essere e la contraffazione è figlia proprio di questo sentimento. Etimologicamente, infatti, contraffare vuol dire “fare come chi ho di fronte”. Ed è questo il nodo delicato da sciogliere: bisogna comprendere che la contraffazione è perdita di orientamento, confusione tra quello che è vero e quello che è falso.
Ognuno di noi dovrebbe rifiutare tutto ciò che non è autentico in favore di quello che è vero e che non nasconde quel senso di furbizia che vuole prevalere sull’onestà. E’ un discorso semplice, ma molto profondo perché tocca il comportamento quotidiano di ogni persona, ed è il vero motore di un cambiamento culturale. E’ questo il fattore determinante per contrastare un fenomeno che attualmente è il secondo business della criminalità organizzata.
“Addirittura la mafia si abbassa alla contraffazione?” ha chiesto Bruno Vespa al Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso, il quale ha confermato che “il mercato della contraffazione è in continua ascesa proprio perché le organizzazioni criminali hanno scoperto che si fanno grandi affari correndo pochi rischi”. “Soprattutto al Sud – ha spiegato Grasso – la criminalità impone ai negozianti di vendere merce contraffatta. Siamo di fronte ad una sorta di sostituzione del vecchio pizzo”. Grasso ha però lanciato un avvertimento: “Stiamo attenti a non buttare tutto sulla criminalità organizzata che ha sicuramente un ruolo, ma dietro la contraffazione ci sono tanti altri soggetti che si arricchiscono”.
“La contraffazione affligge notoriamente il nostro Paese che è pieno di piccole e medie imprese – ha precisato il Presidente della Camera Gianfranco Fini – L’uso illegittimo e non autorizzato dell’italianità mina la stima e qualità della nostra produzione e dobbiamo anche ricordarci che dietro la contraffazione c’è una vera e propria economia sommersa che sottrae risorse al fisco e migliaia di posti di lavoro”. Fini ha sottolineato l’importanza dei sequestri e dei controlli, che testimoniano un’alta soglia di attenzione da parte delle autorità. Inoltre la Camera ha istituito una commissione parlamentare di inchiesta per approfondire il fenomeno (siamo l’unico paese ad averne una).
Ma non si può negare che, sul piano sociale, non è così diffusa la percezione dell’illegalità della contraffazione “perché il consumatore è portato a dare più importanza alla sua soddisfazione personale”. “Nell’opera di contrasto al fenomeno non si può quindi prescindere dall’educazione – ha ribadito Fini – e su questo piano è molto importante l’azione delle Associazioni dei consumatori”.
Il Ministro della politiche agricole, alimentari e forestali, Mario Catania, ha parlato delle luci e delle ombre che caratterizzano oggi la contraffazione: c’è sicuramente una consapevolezza maggiore da parte delle istituzione e di gran parte della società. “Negli ultimi 50 anni è cresciuta la percezione del fatto che la vocazione del nostro Paese è quella di orientarsi verso una produzione di qualità e di forte connotazione territoriale – ha detto il Ministro – Nella battaglia per la tutela di questa produzione hanno giocato un ruolo fondamentale le Associazioni dei consumatori e le organizzazioni delle imprese. Ma dobbiamo fare ancora un pezzo di strada nella consapevolezza collettiva perché da parte del consumatore c’è ancora una certa ambivalenza: è sicuramente contrario alla contraffazione occulta, mentre è ancora un po’ indulgente verso quella riconoscibile, che palesemente è lui a scegliere”.
Anche il Ministro Catania si è soffermato sugli intrecci tra il business della contraffazione e quello della criminalità organizzata ed ha parlato di quanto la globalizzazione e l’apertura dei mercati abbiano amplificato la contraffazione, rendendola più strutturata. Ma tutto questo può essere combattuto attraverso un’unica battaglia: quella per la legalità. Questo Governo è particolarmente convinto di quanto la battaglia per la legalità sia fondamentale per l’Italia anche per uscire dalla crisi.
Il tema della legalità ci riporta al discorso iniziale: “La contraffazione ideologica è la madre di tutti i mali – ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario Generale dell’Unione Nazionale Consumatori – Deve passare il messaggio che non ha senso cercare di possedere ciò che non possiamo avere. Dona a tal proposito ha preso in prestito da Dumas una frase: “Ogni falsità è una maschera e per quanto sia ben fatta si arriva sempre a distinguerla dal volto”. Massimiliano Dona ha poi invocato la responsabilità sociale delle imprese, affinché facciano maggior attenzione nel determinare i prezzi (che spesso sono completamente svincolati dal processo di produzione), soprattutto per il momento di crisi che stiamo vivendo”.
A ricevere il Premio per le personalità ‘Vincenzo Dona, voce dei consumatori’, edizione 2012” sono Pietro Grasso, la Guardia di Finanza, le Capitanerie di Porto e Sergio Marini. Ecco le motivazioni dei Premi:
Pietro Grasso per l’impegno profuso nell’evidenziare che la contraffazione è oggi un fenomeno ancora troppo spesso sottovalutato e per questo terreno ancor più fertile per la criminalità organizzata che ne fa una delle aree di investimento più redditizie. Per aver sottolineato l’esigenza di informare ed educare i consumatori sulle conseguenze della contraffazione, così da combattere quello che è innanzitutto un problema culturale.
Guardia di Finanza per il significativo ruolo svolto nel contrastare il ‘mercato del falso’ attraverso un’attenta attività di controlli in materia di abusivismo e innumerevoli sequestri di prodotti non a norma che danneggiano non solo le imprese oneste ma anche i consumatori.
Capitanerie di Porto per la competenza e la determinazione impiegate nel garantire il completo rispetto delle normative, vigilando costantemente e realizzando importanti sequestri al fine di combattere il commercio abusivo e tutelare i consumatori.
Sergio Marini (Presidente Coldiretti) per l’impegno speso nel tutelare il made in Italy, sottolineando l’esigenza di importanti campagne di sensibilizzazione per combattere la contraffazione nel settore agroalimentare troppo spesso minacciato dalla vendita di scadenti imitazioni spacciate per prodotti italiani, con gravi conseguenze sull’economia del nostro Paese e sulla sicurezza dei consumatori”.
di Antonella Giordano

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