Povertà sanitaria, chi è indigente ha meno di 6 euro al mese per i farmaci
Quest’anno 390 mila persone in povertà sanitaria hanno chiesto aiuto alle realtà assistenziali del Banco Farmaceutico per farsi curare. Chi è povero ha può spendere in salute meno di 10 euro al mese, meno di 6 euro mensili per comprare farmaci da banco
Povertà sanitaria, ovvero: la difficoltà o impossibilità di comprare farmaci da banco e accedere alle cure mediche perché troppo poveri. Nel 2022 ci sono 390 mila persone in condizioni di povertà sanitaria, che hanno chiesto aiuto alle realtà convenzionate con la Fondazione Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure. Sono circa il 7% delle persone in povertà assoluta, oltre 5 milioni e mezzo quest’anno, pari al 9,4% della popolazione.
Povertà sanitaria, quando non ci sono soldi per la salute
C’è una fetta consistente di spesa farmaceutica che è carico delle famiglie. Una persona indigente può spendere in salute poco meno di 10 euro al mese contro i quasi 67 euro di chi non è povero. Chi è in povertà può spendere in farmaci da banco meno di 6 euro al mese contro i 26 di chi non ha problemi.
L’Osservatorio sulla povertà sanitaria del Banco Farmaceutico (oggi la presentazione del Decimo Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici e ABOCA) evidenzia il fenomeno della povertà sanitaria in Italia, con una situazione che non è destinata a migliorare a breve.
«Nonostante l’impronta universalistica del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), parte consistente della spesa farmaceutica resta a carico dei cittadini – spiega l’Osservatorio sulla Povertà sanitaria – In particolare, nel 2021 (ultimi dati disponibili) il 43,5% (cioè 3,87 miliardi di euro) della spesa farmaceutica è stata pagata dalle famiglie (+6,3% rispetto al 2020), con profonde differenze tra le possibilità di quelle povere e quelle non povere».
Le condizioni di chi è in povertà sanitaria
Nella spesa a carico dei cittadini rientrano interamente i farmaci da banco (che non richiedono prescrizione medica) come analgesici e antipiretici, antinfiammatori orali, preparati per tosse, raffreddore, dolori articolari-muscolari, antisettici e disinfettanti, e altri ancora. Sono farmaci a carico anche di chi vive in situazioni di povertà assoluta, che in questo modo sperimenta anche povertà sanitaria. La scarsità di reddito limita l’accesso alle cure sanitarie e ai farmaci per i cittadini indigenti – per comprare farmaci da banco e compartecipare alla spesa sanitaria attraverso i ticket.
Oggi una persona indigente ha a disposizione un budget per la salute pari a soli 9,9 euro al mese, mentre una persona non povera ha a disposizione sei volte tanto, cioè 66,83 euro mensili. Limitandosi alle risorse per l’acquisto dei farmaci, le persone povere hanno a disposizione solo 5,85 euro, contro i 26 euro degli altri.
Non finiscono qui i numeri sulla povertà sanitaria diffusi oggi. Il 60% della spesa sanitaria di chi è povero, spiega ancora l’Osservatorio del Banco Farmaceutico, è destinata alla spesa per farmaci a fronte dell’equivalente 38% delle famiglie non povere. Questo perché il SSN non offre alcuna copertura per i farmaci “da banco”, non avendo introdotto distinzioni tra chi è sotto la soglia di povertà e chi è al di sopra.
Rinuncia alle cure per il 15% delle famiglie
Le difficoltà economiche riguardano un’ampia fetta di popolazione e molti rinunciano a spese mediche e sanitarie. Secondo l’Osservatorio è un fenomeno che riguarda a livello generale il 15% delle famiglie.
Nel 2021 – questi i dati diffusi – hanno cercato di ridurre le spese sanitarie (rinunciando o rinviando a visite mediche/accertamenti periodici) complessivamente oltre 4 milioni 768 mila famiglie, pari a 10 milioni 899 mila persone. Di queste quasi 639 mila (1 milione 884 mila persone) sono in povertà assoluta.
«La rinuncia alle cure è stata praticata da 27 famiglie povere su 100 a fronte di 13 famiglie non povere su 100, per un totale di 15 famiglie su 100», dice l’Osservatorio.
«La povertà sanitaria continua a rappresentare un grave problema per migliaia di famiglie povere, mentre sacrifici e rinunce riguardano sempre più spesso anche quelle non povere – ha detto Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus – Purtroppo, le condizioni di chi vive in Italia non sono destinate, nell’immediato futuro, a migliorare; questo, a causa di alcuni effetti persistenti della crisi economica derivata dalla pandemia, e della grave situazione internazionale. Speriamo che i dati del nostro Rapporto siano letti con attenzione dalle istituzioni, e che rappresentino per esse uno strumento per comprendere più a fondo i bisogni di chi è in difficoltà e attuare, così, misure e politiche in grado di rispondervi con efficacia».