“In Italia 1 persona su 2 ha rinunciato ad acquistare farmaci per ragioni economiche. La fragilità, ormai, lambisce anche il ceto medio, mentre le persone in condizioni di povertà assoluta sono 4,7 milioni”: sono le parole con cui Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus, ha illustrato il Bilancio Sociale 2016 della Fondazione. La povertà sanitaria è un fenomeno che sta diventando sempre più cronico, con migliaia di persone che sono costrette a rinunciare all’acquisto di farmaci e a cure mediche troppo costose. Di più quando in famiglia sono presenti più patologie.

La presentazione del Bilancio Sociale, che si è svolta ieri a Milano, ha messo in evidenza l’attività della Fondazione lo scorso anno e nell’arco del tempo. Nel 2016 il Banco Farmaceutico ha raccolto quasi 1 milione 800 mila farmaci, per un valore economico pari a 14 milioni 890 mila euro. Con i medicinali donati sono state aiutate oltre 557 mila persone in difficoltà, assistite da oltre 1600 enti caritativi convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus. In un arco temporale più ampio, emerge che in 17 anni di attività, dal 2000 a quest’anno, il Banco Farmaceutico ha raccolto e donato oltre 9,7 milioni di farmaci, per un valore economico superiore a 73 milioni di euro.

“In Italia, 1 persona su 2 ha rinunciato ad acquistare farmaci per ragioni economiche. La fragilità, ormai, lambisce anche il ceto medio, mentre le persone in condizioni di povertà assoluta sono 4,7 milioni. Gli effetti della crisi persistono, ma la generosità degli italiani aumenta: moltissimi donatori (privati cittadini e aziende) consentono a Banco Farmaceutico di generare del bene per l’intera comunità – ha detto Daniotti – La collaborazione tra terzo settore, enti assistenziali, farmacie e aziende farmaceutiche, sviluppatasi in un quadro di regole certe e meccanismi certificati di tracciabilità del farmaco, rappresenta un’esperienza virtuosa, che può costituire un valore aggiunto per il sistema Italia nell’ottica della candidatura ad ospitare la sede dell’European Medicines Agency. D’altra parte, la presenza dell’Ema a Milano favorirebbe un contesto in grado di dare una spinta decisiva al circuito delle donazioni”.

“Ogni inverno collaboriamo con Banco Farmaceutico, sostenendo l’approvvigionamento dei farmaci che sono destinati alle strutture per i senza fissa dimora che gestiamo con il Terzo Settore – ha detto durante l’evento l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino – La consegna di farmaci da banco raccolti grazie alla generosità dei milanesi permette di aiutare moltissime persone che altrimenti non potrebbero essere curate. Questo riguarda anche molte persone in difficoltà economiche che grazie a Banco Farmaceutico possono accedere ai farmaci che altrimenti non riuscirebbero ad acquistare”.

La dimensione della povertà sanitaria, ormai radicata in Italia, viene fotografata da un rapporto di aprile di quest’anno, dal quale emerge che circa 1 italiano su 2 (il 45%) ha rinunciato nell’ultimo anno all’acquisto di un farmaco, in particolare di farmaci non mutuabili e, quindi, a carico completo del cittadino. Lo ha evidenziato l’indagine Doxa realizzata per Banco Farmaceutico Nuove povertà e bisogni sanitari. Il quadro è preoccupante. I più penalizzati sono casalinghe, pensionati e lavoratori precari. Fra le casalinghe e i pensionati il tasso di rinuncia ai farmaci supera il 50% (52% quando vivono in famiglia, 53% quando vivono da soli). Tra i lavoratori precari la percentuale raggiunge il 41% se vivono in famiglia, il 40% se vivono da soli. Anche chi ha un lavoro stabile ha dovuto rinunciare ad acquistare farmaci. La percentuale raggiunge il 39% tra chi vive in famiglia, il 46% tra i single.

Le rinunce riguardano visite mediche, esami clinici diventati molto costosi, anche le analisi del sangue. E laddove in famiglia ci siano più patologie, la situazione diventa ancora più critica.  Un italiano su 4, pari al 26%, si è ritrovato a dover rinunciare nell’ultimo anno almeno a una visita medica, in particolare a terapie di riabilitazione e visite odontoiatriche. Il tasso di rinuncia è ancora più alto per chi vive solo, fra pensionati e casalinghe, e per i genitori separati: fra i single con lavori precari raggiunge il 41%, mentre tra i pensionati e le casalinghe il 38% se vivono in famiglia, il 34% se vivono da soli, e fra i genitori separati con figli a carico, la percentuale raggiunge il 39%. Sono un problema anche le analisi del sangue. Più di una famiglia su due incontra difficoltà economiche nell’accesso alle visite specialistiche. Le difficoltà maggiori si riscontrano nell’effettuare visite specialistiche a pagamento (32%), esami del sangue (31%), visite specialistiche ospedaliere con pagamento del ticket se previsto (28%) e visite odontoiatriche (26%).


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1 thought on “Banco Farmaceutico: 1 persona su 2 rinuncia a comprare farmaci

  1. Il Governo dice che le aspettative di vita sono aumentate!!!! solo a livello tecnologico. Non si chiedono come mai la gente non si compra nemmeno le medicine per curarsi!!!! A mio modo di vedere si può dire che le aspettative di vita sono diminuite!!! per colpa loro.

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