Altro che povertà in via di soluzione. Le famiglie povere sono oltre 1 milione e 800 mila, e se la crescita di questo fenomeno si è fermata, certo è che si tratta sempre di livelli record rispetto al 2005. I numeri diffusi oggi dall’Istat vengono accolti con grande preoccupazione dalle associazioni dei consumatori, che sottolineano l’aumento delle disuguaglianze sociali e il fatto che le misure prese finora non sono sufficienti a porre un argine a un dato drammatico, con forti differenze regionali, e che investe molto bambini e famiglie giovani.

“Il fatto che si sia arrestata, dopo tre anni, la crescita del numero e della quota delle famiglie in povertà assoluta rappresenta una ben magra consolazione: la vera notizia positiva sarebbe assistere ad una retrocessione della povertà – commenta Federconsumatori – Desta forte allarme, inoltre, il quadro relativo al Mezzogiorno, dove la percentuale delle famiglie che si trovano in povertà assoluta sale al 10%, contro il 5,8% del Nord e il 5,3% del Centro. Questo andamento fa crescere in maniera insopportabile le già forti disuguaglianze presenti nella nostra società e nel nostro Paese, aprendo spaccature che sarà sempre più difficile rimarginare”.

Per Federconsumatori servono misure strutturali che facciano crescere lavoro stabile, garanzie, redditi, domanda interna e produzione industriale. “Le misure palliative adottate finora dal Governo non sono affatto sufficienti, c’è bisogno di investimenti per la crescita e lo sviluppo, di misure improntate al rilancio, per aprire un nuovo spiraglio di ripresa e risollevare, così, le condizioni delle famiglie”.

”Le famiglie in povertà assoluta sono 1 mln e 822 mila, il 2,47% in più rispetto al precedente primato del 2017, pari a 1 mln e 778 mila. Mai dall’inizio delle serie storiche si era arrivati ad un valore così negativo. Anche in termini percentuali si arriva al record del 7%, l’1,44% in più rispetto al 6,9% del 2017, che era già il peggior risultato di sempre”: così Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che chiede un intervento sul reddito di cittadinanza. Da estendere, con importi adeguati. “I dati ci dimostrano che il reddito di cittadinanza va esteso, considerato che le domande che saranno accolte saranno meno della metà rispetto alle famiglie in povertà assoluta. Senza contare che l’importo medio del beneficio non è sufficiente nemmeno per superare la soglia di povertà. Ecco perché chiediamo che l’eventuale miliardo che il Governo dice di aver risparmiato sia destinato ad ampliare la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza e non genericamente ad aiutare le famiglie che fanno figli, come se il problema della povertà fosse stato risolto”, conclude Dona.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

In 10 anni il numero di individui poveri in Italia è aumentato del +74%,, denuncia il Codacons. “Nel 2008 in Italia si registravano 1,126 milioni di famiglie in condizione di povertà assoluta (il 4,6% delle famiglie residenti) per un totale di 2 milioni e 893 mila individui – spiega il Codacons – A distanza di 10 anni il numero di nuclei in condizione di povertà assoluta è salito a 1,822 milioni, con un’incidenza pari al 7,0%, e ben 5.040.000 individui versano nel nostro paese in stato di povertà”. Al Sud poi la situazione è precipitata. “Dati vergognosi – dice il presidente dell’associazione Carlo Rienzi –per un paese civile che dimostrano in modo inequivocabile come la politica e i governi che si sono succeduti nel tempo non abbiano saputo combattere la piaga della povertà e dell’indigenza, peggiorando le condizioni di vita di milioni di italiani”.

Parliamone ;-)