Povertà alimentare dei bambini, ecco perché servono le mense scolastiche
Analisi dell’Osservatorio #Conibambini: la povertà alimentare dei bambini spesso è più diffusa dove ci sono meno mense scolastiche
Servono mense scolastiche dove la povertà alimentare dei bambini è più diffusa. In Sicilia l’8,4% dei minori non consuma un pasto proteico al giorno, contro una media italiana del 2,8%. La povertà alimentare spesso pesa di più nei territori e nelle regioni dove ci sono meno mense scolastiche, che invece hanno un ruolo fondamentale nel garantire ai bambini un pasto sano e adeguato, tutti i giorni. A ribadirlo è un recente focus dell’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Per alcuni bambini il pasto della mensa scolastica è quello più completo della giornata. Anche se la povertà alimentare ha cause diverse, nelle regioni d’Italia che hanno meno mense scolastiche sono più diffusi i casi di deprivazione alimentare.
La povertà alimentare in Italia
La povertà alimentare in Italia, spiega l’Osservatorio, ha più cause e non riguarda solo la scarsità di risorse disponibili. Ha a che fare anche con l’accesso al cibo, con la povertà economica, con l’educazione alimentare, con la qualità e i prezzi dell’offerta disponibile. Tutto questo conduce una quota non piccola di persone che in Italia non si possono permettere una dieta equilibrata.
Si fa riferimento di solito alla percentuale di persone che non hanno accesso a un pasto con carne o pesce (o equivalente vegetariano) almeno ogni due giorni. In Italia nel 2021 l’8,4% delle famiglie dichiara di non potersi permettere un pasto proteico ogni due giorni.
La povertà alimentare dei bambini
Fra i bambini l’impatto della povertà alimentare è più grave. In Italia in media il 2,8% dei minori non consuma un pasto proteico al giorno, segnale di una possibile povertà alimentare. Ma dietro la media ci sono realtà dove l’incidenza è molto più alta.
In Sicilia la quota di bambini e ragazzi che non consumano almeno un pasto proteico al giorno arriva all’8,4%. Seguono Campania (5,4%), Basilicata (4,9%) e Lazio (4,5%). La percentuale si attesta al di sotto dell’1% nelle Marche, in Abruzzo, in Puglia e in Piemonte (elaborazione openpolis-Con i Bambini). Ed esiste una relazione fra mense scolastiche e povertà alimentare.
In Sicilia l’8,4% dei minori non consuma un pasto proteico al giorno. La #povertàalimentare spesso incide nei territori con meno #mensescolastiche, che hanno un ruolo fondamentale nel garantire un pasto adeguato agli studenti. #conibambini @openpolis ➡️https://t.co/wjS2mpz6yB pic.twitter.com/N1u9kldZTt
— Con i Bambini (@ConiBambini) January 31, 2023
Mense scolastiche e povertà alimentare
La povertà alimentare ha molteplici sfaccettature e cause ma svolgono un ruolo anche le mense scolastiche. Perché nelle regioni dove ci sono meno mense scolastiche ci sono anche più minori che non consumano almeno un pasto proteico al giorno.
Le regioni a maggior rischio di povertà alimentare tra i minori in molti casi coincidono con quelle con meno mense scolastiche. Ci sono in Italia sei regioni in cui meno di una scuola su quattro ha la mensa. Sono nell’ordine Sicilia (solo il 10,2% degli edifici hanno la mensa), Campania (12,3%), Calabria (18,8%), Basilicata (20,2%), Lazio (21%) e Molise (21,8%).
«La Sicilia, prima per quota di minori che non consumano quotidianamente pasti proteici (8,4% del totale nel 2019) è anche la regione per cui è dichiarata la minore presenza di edifici scolastici con mensa (10,2% del totale) – spiega l’Osservatorio – Al secondo posto in base a questo indicatore di deprivazione alimentare la Campania (5,4%), che è anche penultima per disponibilità di mense (dichiarata per il 12,3% delle strutture)».
Nel Lazio il 4,5% dei bambini è a rischio di povertà alimentare: la regione è al quarto posto per deprivazione alimentare ed è quintultima sulle mense scolastiche (21%).
Invece in Toscana e Piemonte, le uniche due regioni oltre alla Valle d’Aosta in cui la quota di edifici dotati di mensa supera il 60%, la percentuale di bambini e ragazzi che non consumano quotidianamente pasti proteici si attesta al di sotto del 2%.
Il ruolo delle mense scolastiche
La questione è complessa e non si riduce solo alla presenza di mense scolastiche. Incidono, come detto, il reddito disponibile delle famiglie, l’accesso al cibo sano, il livello di educazione alimentare della famiglia e del contesto in cui si vive. Ma nel contrasto alla povertà alimentare minorile risulta importante anche il ruolo delle mense scolastiche, perché dove ci sono, possono garantire un pasto sano ed equilibrato ai bambini. Almeno una volta al giorno, almeno nelle realtà più fragili.
La mensa inoltre «costituisce uno spazio di condivisione e socializzazione per ragazze e ragazzi, al di fuori dell’orario strettamente dedicato alla didattica. Infine è il presupposto per permettere agli alunni di frequentare la scuola nel pomeriggio, sviluppando attività pomeridiane, laboratori, corsi», evidenzia l’Osservatorio #Conibambini.
L’accessibilità alle mense scolastiche, conclude l’Osservatorio, può essere lo strumento per promuovere due politiche fondamentali: il contrasto alla povertà educativa, con la possibilità di estendere tempo pieno e offerta scolastica e di laboratori anche nel pomeriggio; e il contrasto alla povertà alimentare dei bambini. Nel Pnrr il piano per l’estensione del tempo pieno (960 milioni) si baserà anche sulla creazione o ristrutturazione degli spazi per le mense, per almeno mille edifici.