Pignoramenti ed esecuzioni immobiliari metteranno in mezzo a una strada quest’anno quasi 46 mila famiglie, con un aumento del 22,8% rispetto allo scorso anno.  Se tra il 2008 e il 2011 i pignoramenti e le esecuzioni immobiliari sono aumentati di circa il 75%,  arrivando a sfiorare i 38.000, Adusbef stima che per il 2012 – secondo i dati raccolti nei principali Tribunali alla data del 30 settembre 2012 e proiettati al 31 dicembre – ci potrebbe essere un boom ulteriore, con un aumento appunto del 22,8%. Nei cinque anni fra il 2008 e il 2012 si sfiorerebbe il 100%, con circa 100 mila case mandate all’asta e altrettante famiglie gettate nella disperazione.
Le stime di Adusbef sono state rese note nei giorni scorsi e si basano sui dati raccolti attraverso un monitoraggio su 37 Tribunali. Secondo l’associazione, dopo l’aumento fisiologico dell’ultimo anno, con un +5,2%, si impennano i pignoramenti  nel 2012, che passano da 37.347 nel 2011 a 45.859,con un aumento di 8.512 pignoramenti pari al 22,8%.
Nel monitoraggio su 37 principali Tribunali, Prato registra la crescita percentuale maggiore, con un + 50,7%, seguita da Bolzano con un + 44,3%; terza Cagliari con un + 41,1%; quarta Roma, con + 32,6%; quinta Torino con + 31,8%; sesta Como con + 31,7%; settima Taranto + 31,4%; ottava Modena + 30,4%; nona Monza + 27,7%; decima Lecce + 23,4 per cento.
In termini assoluti, invece, a Milano c’è l’aumento maggiore con + 981 e 6.130 pignoramenti stimati nel 2012; la città è seguita da Roma, con + 884 e 3.591 stimati nel 2012; terza Torino, con + 837 e 3.471 pignoramenti; quarta Monza (+403 e 1.857); quinta Verona + 398 e 2.472 pignoramenti; sesta Bari con + 260 e 1.650 pignoramenti; settima Lecce, con + 359 e 1.890; ottava Como, con + 356 e 1.479 pignoramenti; nona Bergamo con + 250 e 1.701 pignoramenti stimati; decima Cagliari, con + 240 e 824 pignoramenti stimati nel 2012.
La crisi ha accentuato la tendenza, e l’associazione denuncia la responsabilità delle banche italiane che non hanno usato i 274,6 miliardi di prestiti triennali al tasso dell’1% concesso loro dalla Bce per dare ossigeno a famiglie e piccole e medie imprese. Secondo l’Adusbef, se poi vengono sommati gli aumenti dei pignoramenti dal 2006 (+23%), al 2007 (+19%), dal 2008 (+22,3%) al 2009 (+ 15,7%), dal 2010 (boom del + 31,8%) al 2011 (+5,2%) fino a quelli del 2012 (+22,8%), “arriviamo ad un incremento del +139,8% in sette anni, con la sparizione totale di una città (a scelta) come Udine, Andria, Arezzo o Ancona, e la disperazione di centomila famiglie”.
 


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