phishing

In caso di truffe informatiche, è vero che l’utente deve prestare attenzione nell’uso dei propri codici di accesso all’home banking ma è anche vero che la banca deve predisporre tutti gli strumenti utili per proteggere adeguatamente la clientela dal rischio di incorrere nel phishing. L’Arbitro Bancario Finanziario ha risolto in favore di un consumatore un caso di phishing nel quale l’intermediario finanziario si era rifiutato di concedere il rimborso richiesto dalla vittima della truffa. Il caso di pirateria informatica è stato risolto con l’assistenza di Confconsumatori Roma.
E riguarda un cliente, titolare di un conto corrente presso un intermediario finanziario, che è stato oggetto di un attacco di phishing a seguito del quale gli sono state sottratte, in momenti diversi, tre cospicue somme di denaro. Dopo essersi reso conto dei prelievi non autorizzati, il consumatore ha bloccato la carta e disconosciuto le operazioni attraverso le modalità indicato dal gestore, che però ha rifiutato il rimborso eccependo che le operazioni risultavano eseguite regolarmente a seguito della digitazione della “Password 3D- Secure”. Il titolare del conto corrente si è dunque rivolto, attraverso Confconsumatori di Roma, all’Arbitro Bancario Finanziario che “ha riconosciuto – spiega l’associazione – la responsabilità della Banca per non aver predisposto gli idonei sistemi di protezione contro le truffe perpetrate per via telematica. Il consumatore quindi ha ottenuto il risarcimento richiesto e il rimborso di spese di competenze e onorari”. L’Arbitro Bancario Finanziario è un sistema di risoluzione delle liti tra i clienti e le banche e gli altri intermediari che riguardano operazioni e servizi bancari e finanziari. Nel primo anno di attività, ha risolto in favore della clientela il 61% dei casi. E una decisione analoga in tema di rimborso per vittime di frodi informatiche era stata presa lo scorso marzo.
“Quella dell’Arbitro Bancario Finanziario – ha detto l’avvocato Barbara D’Agostino, presidente di Confconsumatori Roma – è una decisione molto importante perché riconosce, accanto al dovere dell’utente di prestare sempre la massima diligenza nell’utilizzo dei propri codici di accesso al servizio di home banking, anche l’altrettanto fondamentale dovere di diligenza dell’intermediario finanziario nell’adozione di tutte le cautele necessarie per proteggere adeguatamente la clientela dal rischio sempre più frequente di truffe informatiche”.


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