phishing

Tre prelievi non autorizzati dalla carta di credito: la decisione di risarcire il consumatore arriva dall’Arbitro Bancario Finanziario, che ha accolto la richiesta del cittadino di fronte al diniego dell’Istituto di credito. Un consumatore, titolare di un conto corrente presso un intermediario finanziario, era rimasto vittima di un attacco di phishing e gli erano state sottratte, in tre momenti diversi, tre somme di denaro dalla carta di credito per un totale di circa 600 euro.
Il consumatore ha così bloccato la carta in questione e disconosciuto tali operazioni seguendo le modalità indicate dal gestore. Quest’ultimo però ha rifiutato il rimborso eccependo che le operazioni contestate erano state eseguite regolarmente o comunque come conseguenza della mancata custodia dei dispositivi personalizzati. Così il titolare del conto corrente, attraverso Confconsumatori di Roma, si è rivolto all’Arbitro Bancario Finanziario dopo la risposta negativa dell’Istituto di credito, chiedendo di riconoscere la responsabilità di quest’ultimo nel non aver predisposto gli idonei sistemi di protezione contro le truffe perpetrate per via telematica. L’ABF ha accolto la richiesta di risarcimento richiesto unitamente alle spese di procedura.
«Quella dell’Arbitro Bancario Finanziario – dichiara Barbara D’Agostino della Confconsumatori Roma che ha assistito il consumatore – è una decisione molto importante perché riconosce, accanto al dovere dell’utente di prestare sempre la massima diligenza nell’utilizzo dei propri codici di accesso al servizio di home banking, anche l’altrettanto fondamentale dovere di diligenza dell’intermediario finanziario nell’adozione di tutte le cautele necessarie per proteggere adeguatamente la clientela dal rischio sempre più frequente di truffe informatiche».


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