Pensioni, Istat: nel 2015 cala numero di pensionati e sale il reddito, ma per chi?
Nel 2015 cala il numero dei pensionati ma aumenta il reddito pensionistico lordo percepito. Lo dice l’Istat nella sua indagine sulle condizioni di vita dei pensionati. Sono 16,2 milioni in Italia coloro che ricevono una pensione (-80 mila rispetto al 2014, -600 mila sul 2008), il cui ammontare arriva, in media, a 17.323 euro lordi all’anno (+283 euro sul 2014). Al netto delle imposte, invece, si stima che il reddito pensionistico netto sia di 13.760 euro annui. Le ritenute fiscali incidono in media per il 18,6% (+1% rispetto all’aliquota effettiva 2013); l’aliquota sale al 21,4% per i pensionati di vecchiaia e anzianità.
Scende al 14,8% per quelli di reversibilità e non supera il 12,3% per i beneficiari di trattamenti d’invalidità ordinaria o indennitari.
Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, tali dati però “non danno la misura di quanti pensionati non riescono ad avere soldi sufficienti per poter mangiare e sono costretti ad andare nelle mense dei poveri”. Sostanzialmente, sottolineano dall’associazione, manca un riferimento alla distribuzione degli importi pensionistici. “Ci sarebbe piaciuto sapere”, dichiara il presidente UNC, Massimiliano Dona, “quanti pensionati devono vivere con un reddito complessivo inferiore a 500 euro, quanti tra 500 e 1000 e quanti, invece, hanno pensioni d’oro, graziate dal Governo Renzi e non più costrette a versare, dal prossimo anno, il contributo di solidarietà”.
Dall’analisi condotta dall’Istituto Nazionale di Statistica emerge anche un altro dato sul quale riflettere: ossia il ruolo di sostegno che hanno i pensionati all’interno dei nuclei familiari.
Le famiglie con pensionati sono 12,4 milioni; per quasi i due terzi di queste (62,3%) i trasferimenti pensionistici rappresentano oltre il 75% del reddito familiare disponibile (per il 26,5% l’unica fonte di reddito). La stima del reddito netto medio delle famiglie con pensionati è di 28.410 euro, circa 2 mila euro inferiore a quello delle famiglie senza pensionati (pari a 30.460 euro).
Nel 2014 il rischio di povertà tra le famiglie con pensionati è più basso che nelle altre famiglie (stima pari al 16,5% contro il 22,5%). In molti casi il reddito pensionistico sembra dunque proteggere da situazioni di forte disagio economico. Il rischio è invece molto elevato tra i pensionati che vivono soli (23,4%) o insieme ai figli come monogenitore (16,3%) e ancor più nelle famiglie in cui il reddito del pensionato sostenta altri componenti adulti senza redditi da lavoro (29,7%).
Secondo i dati raccolti da Coldiretti tramite un sondaggio online, le pensioni aiutano i bilanci per più di una famiglia su tre con la presenza dei nonni in casa che viene giudicata positivamente per il contributo economico e sociale che sono in grado di offrire in un momento di difficoltà.
Il 93% degli italiani, sottolinea la Coldiretti, ritiene che la presenza di un pensionato in famiglia sia una vera e propria fortuna con una netta inversione di tendenza nella percezione del ruolo degli anziani rispetto al passato. Il 37% sostiene che un pensionato in famiglia sia determinante per contribuire al reddito, mentre il 35% lo considerata un valido aiuto per accudire i nipoti al di fuori degli asili e della scuola.
La presenza degli anziani all’interno della famiglia in generale, e di quella agricola in particolare, è stata considerata come una forma arcaica da superare mentre con la crisi, sostiene la Coldiretti, “si sta dimostrando fondamentale per affrontare le difficoltà economiche e sociali di molti cittadini. La solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l’impresa familiare è un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come è stato spesso affermato”.