È una guerra social quella che si sta consumando tra le mamme, da una parte, e la Polizia Postale, dall’altra, sulla lotta alla pedofilia online: la Polizia ha aperto su Facebook la pagina “Una vita da social” in cui invita a non postare foto che ritraggano i propri figli, tirando in ballo la libertà dei bambini di condividere la propria vita sul web da soli, potendo scegliere. Un dato su tutti fa capire i pericoli del postare foto: circa la metà delle foto condivise sui social approdano in siti pedopornografici. Ma tutto questo ha scatenato una reazione contraria da parte di alcuni genitori insorti per difendere la loro libertà di scegliere ciò che è meglio per i figli.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

LaPolizia Postale ribadisce che “condividere su Facebook non significa condividere solo con chi si conosce, ma esporre il bambino alla mercè di sconosciuti. Sono i tag a rendere le foto dei propri figli accessibili ad altri profili sconosciuti e sarebbe almeno prudente chiudere i contatti solamente a chi si conosce e oscurando il volto del piccolo”. 
Non va dimenticato quanto emerso in merito alla raccolta, all’utilizzo dei dati personali e alle autorizzazioni delle richieste per scaricare le app su smartphone e tablet, presenza di pubblicità e rischi che i bambini vengano reindirizzati verso siti non controllati.
“Occorrono siti e app a misura di bambino” – ha sottolineato il Presidente Antonello Soro che ha collaborato col Global Privacy Enforcement Network – “I risultati dell’indagine condotta dagli esperti del Garante italiano evidenziano che siamo ancora molto lontani da una corretta tutela dei dati dei minori. E’ sempre più evidente che quasi tutti i bambini tra gli 8 e i 13 anni usano strumenti tecnologici collegati in rete, ma non sono adeguatamente protetti. Molte società che gestiscono siti e sviluppano app dimostrano un approccio irresponsabile nei confronti dei minori. Naturalmente, i genitori devono seguire i loro figli in questo percorso di crescita anche tecnologica. Il Garante della privacy continua a vigilare e a intervenire contro ogni forma di abuso, sia in Italia, sia all’estero assieme ai colleghi del GPEN”.
Si ricorda poi alle mamme che la tutela dei minori è consacrata dalla Costituzione, che sancisce che la Repubblica italiana protegge l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo (art. 2 e 31, comma II, cost.). I diritti dei minori sono, inoltre, garantiti dalla legislazione ordinaria civile e penale. La tutela dell’immagine della persona, nella fattispecie del minore, è caratterizzata da una regolamentazione a parte e la legge sul diritto d’autore prevede che il ritratto di una persona non possa essere esposto senza il suo consenso (art. 96 legge n. 633/1941). 

1 thought on “Pedofilia online, mamme sfidano Polizia Postale e pubblicano foto dei figli

  1. “Si ricorda poi alle mamme”…. Ma veramente riusciamo a scrivere nel 2016 ancora “Si ricorda poi alle mamme”? E i nonni e gli zii e soprattutto i papà? O loro non condividono le foto online oppure non contano niente. Finché per ogni problema o argomento legato ai bambini la sola figura di riferimento sarà la madre rimarremo nel medioevo della genitorialità.

Parliamone ;-)

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: