In fondo sarebbe bello: patatine fritte “fatte a mano”, “cotte a mano”, oppure patatine “artigianali” al pomodoro e basilico, o con olio extravergine di oliva italiano, senza glutine e anche con meno grassi rispetto ai prodotti tradizionali. Ma sarà davvero così? L’Antitrust ha deciso di vederci chiaro e, su segnalazione dell’Unione Nazionale Consumatori, ha aperto un procedimento su Pata Spa, Ica Food Spa e Amica Chips Spa e sulla promozione delle loro chips.
Sotto i riflettori dell’associazione dei consumatori ci sono le campagne pubblicitarie delle chips, che – secondo quanto promettono i messaggi selezionati – sembrano quasi diventati dei prodotti salutistici. “Nel mercato delle patatine fritte in busta, le cosiddette chips, sono diffuse alcune campagne pubblicitarie che promuovono questo genere di prodotti in modo poco trasparente: per questo abbiamo segnalato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato alcuni operatori colpevoli, secondo le nostre indagini, di aver lanciato una comunicazione commerciale poco veritiera, così tradendo le aspettative dei consumatori. Oggi l’apertura del procedimento da parte dell’Antitrust conferma i nostri sospetti“: queste le parole con cui Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, ha annunciato ieri l’apertura di tre procedimenti da parte dell’Autorità Antitrust a carico delle aziende produttrici di patatine Pata S.p.A., Ica Foods S.p.A. e Amica Chips S.p.A., proprio a seguito di una denuncia dell’associazione.
Le aziende promuovono le chips puntando sull’artigianalità, la minore presenza di grassi, vantando l’uso di ingredienti di prima qualità, con una veste grafica accattivante che richiama la tradizione: sulle confezioni di Amica Chips (prodotti denominati ‘Eldorada’ e ‘Alfredo’s’) e Ica Foods (‘Le Contadine fatte a mano’), ad esempio, si legge rispettivamente che le patatine sono ‘cotte a mano’ e ‘fatte a mano’, mentre su quelle prodotte da Pata S.p.A. si trova la dicitura ‘patatina artigianale’ persino nel nome del prodotto (appunto ‘Patatina artigianale’). “I tre produttori – aggiunge Dona – ci tengono ad esibire un’immagine light, pubblicizzando il basso contenuto di grassi delle loro chips, ma fanno ricorso a slogan sommari, con indicazioni superficiali che non rispettano la normativa europea di settore secondo la quale è consentita l’indicazione nutrizionale ‘a tasso ridotto di…’ soltanto a condizione che la vantata riduzione sia pari ad almeno il 30% a comparazione di un prodotto simile (sulle confezioni di Ica Foods e Amica Chip, si legge ‘-20% di grassi’); sulle patatine prodotte da Pata S.p.A., invece, l’indicazione potrebbe essere scorretta laddove la riduzione di nutriente non è vantata verso un individuato elemento di comparazione”.
Uno dei profili che l’associazione considera scorretti riguarda la presenza di ingredienti pubblicizzati sulle buste, come pomodoro e basilico, ma dei quali si fatica a trovare traccia in etichetta: così, spiega l’UNC, nella ‘Patatina artigianale al peperoncino’ e nella ‘Patatina artigianale al pomodoro e basilico’ (di Pata) non c’è traccia degli ingredienti citati, ma si trovano semplicemente degli aromi; l’olio d’oliva della patatina “Eldorada la tradizionale con olio di oliva’ (di Amica Chips) è solo il 5% (il resto sono oli vegetali), così come non compare il pollo tra gli ingredienti di ‘Patatine Pollo Roasted‘ (di Amica Chips), ma solo aroma naturale al gusto di pollo. “Insomma – conclude Dona – una situazione di grave trascuratezza informativa da parte di Pata S.p.A., Ica Foods S.p.A. e Amica Chips S.p.A. sulla quale ci auguriamo l’Antitrust faccia luce al più presto, trattandosi di un settore nel quale le scelte dei consumatori sono spesso influenzate dalle caratteristiche nutrizionali e dagli effetti salutistici dei prodotti, qualità che difficilmente possiamo attribuire alle chips, alimenti solitamente non raccomandati per un’alimentazione bilanciata, come fa notare la stessa Autorità nel suo provvedimento di apertura della procedura”.


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