parafarmacia

Le farmacie hanno deciso di differire lo sciopero che avevano indetto per il prossimo 1° febbraio. Saranno infatti ascoltate dal Ministro della Salute e saranno ricevute in audizione al Senato. Nel frattempo, si sono mobilitati i parafarmacisti che hanno annunciato un’apertura no stop.
La decisione di differire lo sciopero del 1° febbraio, annuncia Federfarma, “tiene conto responsabilmente di alcuni segnali di attenzione nei confronti delle richieste avanzate da Federfarma per rendere sostenibile l’impatto del decreto sulle liberalizzazioni sul servizio farmaceutico. In particolare, appare necessario evitare che un aumento eccessivo del numero delle farmacie polverizzi e impoverisca la rete capillare dei presidi territoriali, indebolendola gravemente e rendendola inefficiente e non più adeguata a rispondere alle esigenze di salute dei cittadini”.
Federfarma è stata convocata dal Ministro della salute Renato Balduzzi il 1° febbraio, mentre sarà convocata in audizione venerdì 3 febbraio dalla X Commissione Industria del Senato. Inoltre, informa la sigla che riunisce i farmacisti titolari, “sono in corso ulteriori contatti con rappresentanti del Parlamento”.
Di fronte alla minaccia della serrata si erano mobilitate le parafarmacie, annunciando un’apertura di 24 ore no stop in caso di chiusura delle farmacie. “Mentre tutti gli italiani sono stati chiamati a fare sacrifici straordinari ci sono alcune categorie, come quella dei titolari di farmacia, che di sacrifici non hanno intenzione di farne perché – sottolinea il Coordinamento nazionale delle Parafarmacie – non vogliono rinunciare ai propri fatturati”. I parafarmacisti rivendicano che “solo la completa liberalizzazione dei farmaci di fascia C e la presenza del doppio canale nella distribuzione dei farmaci può generare concorrenza, nuovi investimenti, occupazione e  determinare risparmi tangibili per i cittadini”.


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1 thought on “Farmacie, differito lo sciopero del 1° febbraio

  1. dopo la figuraccia sputtanata dalle iene della farmacia di Novi Ligure, hanno pensato che fare pure uno sciopero….. E’ molto meglio e più redditizio attivare “ulteriori contatti con rappresentanti del Parlamento”, sensibili alle necessità di una categoria alla fame.

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