Pannolini, UNC: quali comprano le mamme? And the winner is…
Che impegno, la scelta dei pannolini per il bebè. Bisogna guardare alla qualità, perché non sempre il buon prezzo è indice di un buon affare, ma anche al prezzo, perché non sempre un costo alto significa che si sta comprando il prodotto migliore per le esigenze del proprio figlio. Senza contare che da un punto vendita all’altro la stessa marca, con lo stesso pacco e lo stesso numero di pannolini dentro può avere oscillazioni di prezzo davvero consistenti, anche di quattro euro a confezione. Lo ha scoperto l’Unione Nazionale Consumatori che ha realizzato un’indagine sui pannolini per bebè: quali sono quelli preferiti dalle mamme, dove vengono compranti e con quali criteri di scelta?
Sul podio si piazzano i “Pampers Baby-Dry”, seguiti dai “Pampers Progressi”, dagli “Huggies” e da tutte altre marche. La scelta viene fatta soprattutto in base alla qualità – indicata dall’81% delle risposte. L’indagine è stata fatta sulla taglia 4 (7-18 kg) interpellando direttamente le mamme: nessuna finalità statistica, ma sono state 700 le partecipanti e qualche dato interessante emerge. Sul podio nella scelta dei pannolini preferiti dalla mamme ci sono i “Pampers Baby-Dry” che raccolgono il 47% delle risposte, seguiti dai “Pampers Progressi”, scelti dal 31% delle mamme, e al terzo posto dagli “Huggies” (12% delle preferenze). Il restante 10% è poi diviso fra chi sceglie i pannolini “Chicco”, chi i “Pillo” e ancora chi si affida a quelli naturali come i “Nappy Nat”. La scelta si basa sulla qualità, indicata come principale discriminante dall’81% delle intervistate, seguita all’11% dal prezzo. L’8% del campione è poi influenzata da eventuali allergie e chi dalla facilità nel reperire i prodotti.
A proposito del canale di vendita, il supermercato è quello preferito (indicato da 45 mamme su 100), seguito dai negozi per la casa e l’infanzia (23% delle preferenze); al terzo posto si trova Internet (19% delle risposte) e, fanalino di coda, la farmacia con un 5% delle preferenze. L’indagine ha poi cercato di capire quali sono le differenze di prezzo fra le tre principali marche scelte in diversi canali di vendita e stores e nei siti online. Nel caso degli Huggies, afferma l’associazione, la ricerca sì interrotta a causa della bassa reperibilità del prodotto – “basti pensare che su 30 punti vendita tra supermercati, negozi per la casa e farmacie, li abbiamo trovati solo in 5 stores” – mentre nel caso dei Pampers la ricerca ha evidenziato una forbice di prezzo molto ampia.
Guardando ad esempio il confronto sui prezzi dei “Baby-Dry”, dal più caro (trovato in una farmacia) e quello più economico (in un negozio per la casa e l’infanzia) è emerso che la differenza può sfiorare i 4 euro a pacco. E nel confronto sono stati considerati i prezzi delle confezioni sia da 26 sia da 19 pannolini, un dettaglio a cui prestare attenzione, perché magari si pensa di aver trovato un prezzo conveniente per scoprire solo in un secondo momento che la confezione acquistata è più piccola. Altra nota degna di rilievo: non sempre si risparmia di più al supermercato. Dalla ricerca fatta è emerso infatti che “i prezzi più bassi vengono applicati dai negozi per la casa e l’infanzia – spiega l’UNC – Anche l’acquisto su Internet (spesso considerato il luogo del risparmio per eccellenza) non è sempre il più conveniente perché, a fronte di un prezzo minore applicato sul pacco dei pannolini, ci può essere un costo di spedizione che fa lievitare il costo finale. Inoltre, online può capitare di trovare offerte su grandi pacchi, sui quali non è però indicato il numero di pannolini contenuti, quindi si potrebbe rischiare di non avere un risparmio reale”.