Orsi in Trentino, Legambiente: “Si è fatto poco sulla convivenza uomo-orso”
Ancora un caso di cronaca che riapre il tema della convivenza fra gli esseri umani e gli orsi. Aggredito un turista in Trentino. Legambiente: “Servono subito interventi strutturati e di lungo periodo, a partire dal piano strategico nazionale e dal potenziamento delle campagne di informazione e comunicazione”
Ancora un caso di cronaca che riapre il tema della convivenza fra gli esseri umani e gli orsi in Trentino. Questa mattina un turista francese è stato aggredito da un orso a Dro, comune della provincia autonoma di Trento. L’uomo è stato soccorso e portato all’ospedale di Trento, dove è ricoverato con ferite alle braccia e alle gambe. Questa la cronaca in breve del nuovo “caso orsi” che agita il Trentino Alto-Adige e chiama in causa l’irrisolto rapporto fra questi animali e la popolazione del posto, in questo caso i turisti.
“Quanto accaduto in Trentino è un fatto grave, ma ancora più preoccupante è che in questi anni sulle Alpi è stato fatto ben poco per migliorare la gestione e la convivenza uomo-orso”, commenta oggi Legambiente. “Servono subito interventi strutturati e di lungo periodo, a partire dal piano strategico nazionale e dal potenziamento delle campagne di informazione e comunicazione”.
La convivenza uomo-orso, questione cruciale
«Quanto accaduto questa mattina in Trentino, con l’aggressione di un orso a un turista, al quale auguriamo una pronta guarigione, è un fatto grave che riapre ancora una volta il tema della gestione e la convivenza uomo-orso. Una questione delicata ma cruciale su cui da anni Legambiente – dichiara Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente – chiede massima attenzione e impegno da parte delle istituzioni, comunità locali e territori attraverso una sinergia costante, insieme alla messa in campo di interventi strutturati».
Legambiente ricorda invece i “toni esasperati” che hanno caratterizzato la politica in Trentino, diventata una sorta di “caccia alle streghe” ma senza affrontare le questioni che la convivenza con questi animali porta con sé. Solo un anno fa un runner è morto, sempre in Trentino, dopo l’aggressione di un orso. Era stato istituito un tavolo tecnico al Ministero dell’Ambiente ma del piano per la gestione degli animali selvatici non si è saputo più nulla, spiega ancora l’associazione.
«Quello di cui c’è bisogno – afferma ancora Raimondi – sono interventi strutturati e concreti di lungo periodo a partire dalla definizione del piano strategico nazionale per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici, annunciato nel 2023 dal MASE ma di ci cui non si è saputo più nulla, e dal potenziamento delle campagne di informazione e comunicazione che rappresentano il primo tassello su cui lavorare per migliorare la gestione dell’orso e la convivenza con questa specie. Il fatto poi che l’aggressione sia avvenuta a poca distanza da un centro abitato rafforza la convinzione che occorra lavorare sul rischio di abituazione all’uomo, tramite anche la rimozione delle fonti di cibo di natura antropica e il controllo dell’accesso alle stesse da parte degli animali».
Lo scorso anno era stato istituito un tavolo di confronto con il convolgimento delle associazioni ambientaliste e annunciato, al Mase, un piano nazionale per la gestione degli animali selvatici « ma poi non si è saputo più nulla – aggiunge Raimondi – Per questo chiediamo che si acceleri il passo su questi due fronti insieme ad un impegno costante da parte dei territori che in questi anni è mancato soprattutto in Trentino a partire da una corretta campagna di informazione e comunicazione rivolta a cittadini e turisti. Auspichiamo che nei prossimi giorni vengano chiarite le dinamiche e le cause dell’aggressione ai danni del turista, così che si possano valutare le migliori misure da mettere in campo sulla base delle linee guide del PACOBACE (il piano d’azione per la conservazione dell’orso bruno, ndr)».