L’Antitrust ha sanzionato i Consigli Notarili di Milano, Bari e Verona, che “hanno posto in essere tre distinte intese restrittive della concorrenza finalizzate a reintrodurre le tariffe abrogate dalla legge quale parametro di riferimento per la determinazione dei compensi, minacciando provvedimenti disciplinari in caso di mancato adeguamento”. Al termine dell’istruttoria l’Antitrust ha diffidato i Consigli coinvolti dal porre in essere analoghi comportamenti . Le sanzioni, calcolate sulla base dei contributi associativi dovuti dai notai dei distretti di riferimento per le attività notarili, sono pari a  99.403 euro per il Consiglio notarile di Milano, 10.227 euro per il Consiglio notarile di Bari, e a  20.445 euro per il Consiglio notarile di Verona.
Secondo l’Antitrust “i tre Consigli, sia pur con modalità differenziate, hanno in sostanza cercato di vanificare l’intervento liberalizzatore voluto dal legislatore con il decreto legge ‘Cresci Italia’: attraverso il principio dell’adeguatezza del compenso alla prestazione professionale veniva nella sostanza richiesto di ancorare le tariffe praticate alla clientela a quelle ministeriali abrogate dal legislatore. Per garantire comportamenti omogenei, in termini di prezzo, da parte di tutti i professionisti del distretto, i Consigli ricorrevano poi alla minaccia di azioni disciplinari”. Nel corso dei procedimenti istruttori avviati dall’Antitrust i tre Consigli hanno ritirato gli atti finalizzati a reintrodurre le tariffe.
Il Consiglio Notarile di Milano non condivide la decisione presa dall’Antitrust e annuncia che presenterà ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale. In una nota, “ribadisce che la delibera oggetto del procedimento non ha violato le norme in materia di concorrenza. L’obiettivo non è mai stato la reintroduzione delle tariffe abrogate, quanto piuttosto la rilevazione di dati utili a individuare “scostamenti macroscopici” rispetto alla media, coerentemente con l’esigenza di garantire la qualità delle prestazioni. Né, con la delibera, il Consiglio ha mai inteso “minacciare” l’utilizzo del procedimento disciplinare a fini anticoncorrenziali – prosegue il Consiglio – Il distretto di Milano è uno dei territori con il maggior grado di concorrenza. A riprova di questo, il Consiglio non ha mai mosso contestazioni disciplinari nei confronti dei notai che avevano praticato tariffe al ribasso”.


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