Olio d’oliva: dietrofront del Governo sulla depenalizzazione delle frodi
Marcia in dietro del Consiglio dei Ministri sulla depenalizzazione del reato di contraffazione dell’olio extra vergine d’oliva. Palazzo Chigi ha approvato, in via definitiva, il decreto legislativo presentato dalle commissioni Agricoltura e Giustizia della Camera a seguito delle proteste degli olivicoltori. La polemica risale a dicembre dello scorso anno, quando il Governo aveva proposto lo schema di un decreto legge che depenalizzava il reato di frode.
Tale schema prevedeva solo il pagamento di una multa 1.600 a 9.500 euro e non più un reato punito ai sensi degli articoli 515 e 517 del codice penale per chi imbrogliava i consumatori, mettendo in commercio miscele di extra vergine di oliva ottenuto con olio spagnolo, tunisino, greco o siriano come se fosse 100% italiano.
Con il voto favorevole di ieri invece, l’impianto sanzionatorio resta quello precedente e in aggiunta sono state inserite anche le sanzioni amministrative riguardanti l’indicazione obbligatoria dell’origine e quelle relative alla leggibilità delle informazioni in etichetta (origine e denominazione di vendita). Tali informazioni, infatti, devono comparire nell’imballaggio in modo tale che siano facilmente visibili, comprensibili ed apposte in uno stesso campo visivo.
Inoltre sono state previste sanzioni, sempre amministrative, per la mancata istituzione ed irregolare tenuta del registro di carico e scarico degli oli, obbligatorio per tutti coloro che detengono o commercializzano oli ai fini commerciali. Con questo decreto si completa il dispositivo normativo che dà attuazione alla tracciabilità dell’olio, sistema indispensabile per il contrasto alle frodi nel settore oleario.
Soddisfatte del risultato anche le associazioni dei consumatori: “Siamo arrivati finalmente a tutelare il petrolio verde italiano una svolta a protezione delle filiere produttive e del consumatore finale”, commenta infatti Matteo Pennacchia del settore agroalimentare del Codici