Olio di palma, Il Fatto Alimentare e Gift rivendicano la vittoria sulle lobby
La battaglia è stata lunga e piena di ostacoli ma alla fine l’Italia può vantare di essere uno dei primi paesi europei “Palm Free”. A distanza di due anni dalla campagna di informazione contro l’invasione dell’olio di palma e dalla petizione lanciata su Change.org da Il Fatto Alimentare e Gift (Great Italian Food Trade) il nostro Paese conta infatti ormai moltissime aziende che hanno abolito l’olio di palma dalla lista dei loro ingredienti e moltissime catene di supermercati che hanno abbracciato e sostenuto la sfida di distribuire solo prodotti senza l’olio tropicale. “Abbiamo fatto tutto da soli, visto che Coldiretti, Greenpeace e Altroconsumo non hanno voluto condividere il progetto”, rivendicano da Il Fatto Alimentare e Gift, “In due anni abbiamo raccolto 176 mila firme con la petizione, pubblicato oltre 150 articoli, intervistato i più qualificati nutrizionisti, rilanciato i pareri scientifici di quattro agenzie per la sicurezza alimentare europea oltre a quello dell’Istituto Superiore di Sanità, tutti molto critici nei confronti dell’olio tropicale”.
Lo sforzo maggiore per le due capofila della battaglia è stato quello di smentire le lobby dei produttori (capeggiate da Ferrero e Barilla). Ma le notizie sulla qualità nutrizionale dell’olio, sull’impossibilità di sostituirlo, sui presunti vantaggi ambientali e addirittura l’esistenza di un complotto internazionale, nono sono bastate a far cambiare idea ai consumatori.
“La vittoria della nostra iniziativa, rappresenta forse il primo caso in Italia di una campagna “dal basso” che ha vinto contro le grandi aziende alimentari, riuscendo a modificare il sistema di produzione industriale”. Nonostante la mobilitazione di nomi altisonanti di nutrizionisti ed esperti di alimentazione e salute, la capacità di ragionare dei consumatori e le argomentazioni scientifiche e ambientali che Il Fatto Alimentare e Gift hanno riportato hanno prevalso.
Oggi l’Italia sta per diventare il paese europeo dove l’olio di palma nel settore alimentare risulta in via di estinzione: sono 15 le aziende che hanno già modificato il loro sistema di produzione e ci sono anche decine le catene di supermercati (Coop Italia, Esselunga, Carrefour, Unes…) che stanno modificando le ricette. L’elenco si allunga ogni giorno e i prodotti senza olio tropicale hanno superato quota mille. “Un ringraziamento va a tutti i consumatori che ci hanno sostenuto e ai nutrizionisti che hanno condiviso con noi la campagna. In questa storia non c’è stata nessuna demonizzazione, ma un lavoro di informazione supportato da idee e dati scientifici oggettivi”.
Bene, mi pare che l’Italia sia oramai palm free. La prossima battaglia riguarda il latte in polvere dato ai neonati che sforano le dosi massime di 3-mcpd che il dossier dell’EFSA ritiene sicuro. Anzi mi pare che le dosi che diamo ai nostri neonati siano doppie o triple delle dosi di sicurezza di questo prodotto che è cancerogeno o genotossico, non ricordo. In più ci sono i GE che a volte si trovano nel latte in polvere e che non ci deve essere assolutamente secondo l’EFSA.
Ovviamente il latte in polvere contiene 3-mcpd e GE perché contiene grandi percentuali di grassi che sono per lo più olio di palma.
Per inciso la Coop ha uno dei rarissimi latti in polvere senza olio di palma: leggete le etichette!