“Siamo in presenza di una soluzione di compromesso tra le posizioni dei diversi Paesi che non possiamo valutare positivamente, poiché di fatto non offre alcuna garanzia al consumatore e non introduce alcun miglioramento dal punto di vista della sicurezza alimentare”: così Emilio Viafora, presidente Federconsumatori, ha accolto l’approvazione del nuovo regolamento per il biologico da parte del Parlamento europeo. Per l’associazione di consumatori si tratta di “un’occasione persa” che non porta effettivi miglioramenti nella tutela del consumatore.

La nuova regolamentazione è stata approvata nei giorni scorsi dal Parlamento europeo e vuole portare controlli più rigorosi nonché il rispetto degli standard europei da parte dei prodotti extra Ue. Allo stesso tempo, il Parlamento europeo sostiene che “gli Stati membri che al momento applicano soglie massime per le sostanze non autorizzate nei cibi biologici, come pesticidi, potranno continuare a farlo, a condizione che permettano ai prodotti biologici provenienti da altri paesi UE e che rispettano le regole dell’Unione, di entrare nel loro mercato”. Coldiretti ha espresso posizioni molto critiche, leggendo le nuove norme come un via libera nel mercato europeo a “prodotti certificati come biologici contaminati da prodotti chimici fitosanitari”. FederBio ha espresso un giudizio complessivamente negativo ma ha apprezzato alcuni elementi, quale la possibilità della certificazione di gruppo per le piccole aziende agricole riunite in cooperative.

Per Federconsumatori il regolamento sul biologico “prevede numerose novità che, purtroppo, non possiamo certo definire positive. Se da una parte – spiega l’associazione –  viene imposto un adeguamento agli standard comunitari per i prodotti bio provenienti da Paesi extra UE, dall’altra è anche ammessa la possibilità di bypassare questo vincolo per ragioni di approvvigionamento. Inoltre gli Stati comunitari che applicano soglie massime per le sostanze non autorizzate nei cibi biologici – ad esempio per i pesticidi – potranno sì continuare ad adottare tali restrizioni ma ad una condizione: dovranno consentire agli alimenti biologici provenienti da altri Paesi membri che non applicato lo stesso criterio di entrare nel loro mercato. Resta poi irrisolta la questione della contaminazione, poiché il testo lascia gli Stati membri liberi di concedere la certificazione biologica anche in presenza di residui di fitofarmaci o di contaminazione da Ogm”.

Un testo con poche luci e molte ombre, prosegue Federconsumatori, perché “non solo rischia di risultare penalizzante per l’intero settore, in particolare per le produzioni italiane, ma soprattutto lascia il consumatore nell’indeterminatezza. Dopo la recente adozione di una linea incomprensibile e non condivisibile in materia di obbligo di indicazione di origine dei prodotti, ancora una volta l’UE decide di dare la precedenza agli interessi delle aziende a scapito della tutela del diritto alla sicurezza alimentare. L’esame del testo appena votato offriva l’opportunità di regolamentare con maggiore precisione un ambito in cui sono ancora presenti numerose lacune normative che confondono e disorientano i cittadini ma, purtroppo, questa occasione non è stata colta”.


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