Nestlé adotta etichette NutriScore entro il 2019. Le reazioni italiane: sistema fuorviante
Nestlé adotterà entro il 2019 le etichette a semaforo “NutriScore”. La società svizzera lo ha annunciato oggi in un comunicato stampa nel quale si specifica che l’intenzione è quella di aiutare i consumatori a scegliere al meglio prodotti alimentari e bevande. Il “NutriScore” è un sistemati etichettatura che permette di classificare gli alimenti secondo il loro profilo nutrizionale, servendosi di una scala di colori che vanno dal verde al rosso.
La decisone, dichiara la multinazionale, è stata presa per dare seguito all’appello lanciato nel 2017 da Nestlè stessa per realizzare un sistema di etichettatura armonico in tutta Europa.
L’adozione del NutriScore comincerà da Svizzera, Francia e Belgio che sostengono già questo sistema. Muriel Lienau, CEO di Nestlé Suisse, spiega: «Siamo contenti di essere uno dei primi marchi europei a introdurre il NutriScore. Lo facciamo perché vogliamo fornire ai consumatori delle informazioni nutrizionali semplici e trasparenti. Parallelamente, continueremo a investire per la riformulazione nutrizionale del nostro portfolio di prodotti, immettendo sul mercato alternative con un profilo nutrizionale ottimizzato, così come continueremo a sostenere programmi che incoraggino uno stile di vita sano, in particolare per i bambini».
L’annuncio dell’adozione del NutriScore ha suscitato la critica di Coldiretti che ha sottolineato come questo tipo di etichettatura, estremamente semplificata, rischia di fatto di trarre in inganno i consumatori.
«Si tratta – sostiene Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – di una decisione intempestiva e sbagliata che cerca di condizionare il dibattito in corso nell’Unione Europea per individuare un approccio armonizzato dopo il traffic light inglese e il nutriscore francese».
Per Coldiretti , il sistema di etichettatura a semaforo “è fuorviante, discriminatorio ed incompleto” e finisce per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali.
«È inaccettabile – conclude Prandini – spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità anche perché l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo sullo specifico prodotto».
Bocciatura netta anche da parte del Codacons: «Più che un sistema per indirizzare i consumatori verso una corretta alimentazione sembra uno scherzo», afferma il presidente Carlo Rienzi.
«Il messaggio lanciato dal semaforo è che alcuni prodotti facciano male a prescindere, senza tenere conto delle quantità consumate. Così facendo si confondono i consumatori e si arreca un danno ai produttori di determinati alimenti, come olio d’oliva, prosciutto e formaggi, tutti prodotti dove l’Italia primeggia rispetto al resto del mondo».