Pos all’italiana: sarà obbligatorio, ma senza sanzioni. Il 30 giugno scatterà l’obbligo per i professionisti – studi medici e professionali, commercianti e artigiani – di accettare pagamento con il Pos per importi superiori ai 30 euro. Allo stesso tempo, però, non sono previste sanzioni per chi non rispetterà l’obbligo di dotarsi della “macchinetta” che permette di pagare con bancomat e carta di credito. Ma senza sanzioni, denuncia l’Italian E-Payment Coalition, è facile prevedere che le adesioni saranno poche.
Fatta la legge, denuncia la Coalizione che intende promuovere l’uso della moneta elettronica, non ci sarà neanche bisogno di trovare l’inganno. Il 30 giugno scatta l’obbligo per i commercianti e i professionisti di dotarsi di un dispositivo Pos per permettere ai cittadini che pagano un importo superiore ai 30 euro, di pagare tramite carte di credito e bancomat. Spiega la Coalizione: “Succede però che non è prevista alcuna sanzione per chi non rispetterà l’obbligo, che a questo punto diventa improprio considerare tale. Sarebbe, invece, bene che anche l’Italia si allineasse alla media europea (i pagamenti pro capite via card sono 74 l’anno contro i 194 della media Eurozone, dati Banca d’Italia), perché dissuadere dal pagamento in contate renderebbe la vita difficile a chi vuole evadere, rendendo tracciabili una parte sempre maggiore dei flussi di denaro”.
La normativa in realtà ha già suscitato numerose proteste da parte dei professionisti. Per l’Italian E-Payment Coalition, “se è ragionevole che gli ordini professionali avanzino come critica l’eccessivo costo che comporta per loro dare questo servizio (da 1.183 a 1.240 euro all’anno), dall’altro dovrebbero tener conto delle convenzioni previste in un decreto dello Sviluppo economico (51 del 14 febbraio scorso che entrerebbe in vigore a fine luglio). Senza alcuna sanzione prevista è facile prevedere un basso numero di adesioni e di adeguamenti da parte dei professionisti all’uso del Pos. Un mancato adempimento della norma che danneggerebbe i cittadini, prima di tutto”.
Contro l’obbligo, ad esempio, avevano protestato gli architetti, ma lo scorso maggio il Tar ha rigettato l’istanza presentata dal Consiglio nazionale degli architetti contro il Decreto Ministeriale del 24 gennaio 2014 del Ministro dello Sviluppo economico attuativo dell’articolo 15, comma 5 del Dl 179/2012 laddove prevede (articolo 2, comma 1) che l’obbligo di accettare pagamenti attraverso carte di debito si applica a tutti i pagamenti di importo superiore a 30 euro a favore di imprese e professionisti per l’acquisto di prodotti o la prestazione di servizi.
Altro tema, sollevato da Federconsumatori e Adusbef, riguarda l’eventuale rischio che i costi per dotarsi di Pos e per la gestione degli strumenti che ricevono pagamenti elettronici vengano scaricati sui cittadini. “La misura rappresenta un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all’evasione, nonché un ampliamento ed un’agevolazione a favore del cittadino, che disporrà di un ulteriore metodo di pagamento – affermano le due associazioni – La circolazione di meno contanti rappresenta, inoltre, un elemento di maggiore sicurezza, sia per il cittadino che per l’esercente. Ci auguriamo, però, che i costi ancora eccessivamente onerosi per dotarsi degli strumenti atti a ricevere pagamenti in moneta elettronica non siano scaricati in alcun modo sui prezzi e sulle tariffe”. Secondo una ricerca effettuata dalle due associazioni, il corso totale – ipotizzando circa 300 transazioni mensili da 40 euro – si aggira in media sui 525 euro al mese (escluso il costo di attivazione del POS, che va da “gratis” a 150 euro, ed escluso il costo della linea telefonica). “Un importo estremamente oneroso, che sarebbe inaccettabile trasferire sui cittadini”, concludono Federconsumatori e Adusbef.


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