
Mobilità sanitaria interregionale, chi si cura fuori regione va in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto (Foto Pixabay)
Mobilità sanitaria, chi si cura fuori regione va in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto
È in leggera crescita la spesa degli italiani per curarsi fuori regione mentre c’è un calo dei ricoveri in mobilità. I dati di Agenas sulla mobilità sanitaria interregionale, che dopo la pandemia riprende a crescere
Aumenta la spesa degli italiani per le cure fuori regione. Anche se c’è un calo dei ricoveri in mobilità. I dati principali sulla mobilità sanitaria interregionale dicono che “si è registrato un aumento del 12% nella mobilità legata a prestazioni di alta complessità, mentre la componente di media/bassa complessità ha visto una diminuzione corrispondente del 12%”.
Dopo la pandemia, riprende la mobilità sanitaria
Oggi Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ha presentato i dati sulla mobilità sanitaria interregionale relativi al 2023. Quanti cittadini e pazienti si curano fuori dalla propria regione, spesso perché nella propria non trovano servizi adeguati, preparati o affidabili?
Il fenomeno delle mobilità sanitaria interregionale si definisce lungo tre linee: la mobilità apparente costituita dai ricoveri effettuati nella regione di domicilio del paziente, quando quest’ultima non coincide con la regione di residenza; la mobilità casuale relativa ai ricoveri effettuati in urgenza; la mobilità effettiva determinata dalla scelta del cittadino/paziente.
Dopo lo stop della pandemia, la tendenza è di ripresa alla mobilità sanitaria. Spiega Agenas che “nonostante la pandemia abbia causato una riduzione del fenomeno della mobilità sanitaria, già dalla seconda metà del 2020 si osserva una ripresa del trend. In particolare, confrontando i dati del 2023 con quelli del 2019, si osserva come, sebbene il numero di ricoveri in mobilità sia diminuito (668.145 nel 2023 rispetto ai 707.811 del 2019), la spesa è aumentata leggermente, passando da 2,84 miliardi di euro nel 2019 a 2,88 miliardi nel 2023”.
“Questo incremento – prosegue Agenas – è principalmente attribuibile all’aumento della mobilità legata ai ricoveri per DRG di alta complessità (Diagnosis-Related groups, prestazioni ospedaliere erogate in regime di ricovero di alta complessità ndr), che comportano trattamenti più costosi e specializzati”.
La tendenza è appunto all’aumento della mobilità legata a prestazioni di alta complessità.
Le regioni “più attrattive per la mobilità sanitaria”, quelle dove i pazienti vanno a curarsi più spesso quando si spostano dalla propria regione, sono l’Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto.
Il flusso migratorio per ricoveri ospedalieri è prevalentemente diretto da Sud a Nord. Tuttavia, spiega Agenas, si rileva anche una mobilità significativa tra le regioni del Centro-Nord, soprattutto quelle di confine. Le strutture ospedaliere più attrattive sono quelle private accreditate, che gestiscono circa i tre quarti delle prestazioni di alta complessità.
