I mobili acquistati non erano mai stati consegnati ma la finanziaria continuava a chiederne il pagamento. Lo strano caso riguarda un consumatore che nel 2002 Nel 2002 un consumatore aveva acquistato dalla società Aiazzone l’arredamento di una camera da letto in vista del matrimonio della figlia per il prezzo di 4.500 €, stipulando, contestualmente e su proposta dello stesso venditore, un contratto di finanziamento per poter versare l’importo a rate alla finanziaria.

L’uomo si è quindi rivolto alla Confconsumatori che ha ottenuto un’autorevole pronuncia della Corte di Appello sulla risoluzione contestuale di un contratto di vendita (di mobili) e finanziamento collegato (o mutuo di scopo).

Il contratto di vendita e quello di finanziamento sono intrinsecamente collegati e danno luogo ad un unico rapporto (stanno e cadono insieme). Se il venditore e il finanziatore vanno “a braccetto” quando vengono proposti allettanti acquisti in comode rate, devono sopportare insieme anche le conseguenze quando qualcosa va storto. Il che riguarda anche quando il bene venduto presenta dei vizi o difformità. L’applicazione dei suddetti principi, oltre al profilo economico, tutela il consumatore per quanto riguarda l’iscrizione negli elenchi dei cattivi pagatori o nei confronti dei famigerati “recupero crediti”.

Si vanno consolidando, mediante il riconoscimento di importanti pronunce come quella della Corte di Appello di Catania, le tutele in favore dei consumatori, in una materia cioè giuridicamente di recente formazione”, hanno dichiarato l’avv. Maurizio Mariani, che ha difeso il consumatore catanese, e l’avv. Carmelo Calì, presidente di Confconsumatori Sicilia, “Questi importanti precedenti sono di conforto e di enorme soddisfazione perché mettono dei punti fermi e fanno ben sperare per il futuro”.


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