Dentro i taxi e i rappresentanti del noleggio con conducente, fuori le associazioni dei consumatori e Uber. Al tavolo tecnico convocato al Ministero dei Trasporti per martedì 28 febbraio, dopo l’accordo con i tassisti siglato nei giorni scorsi, sono state convocate le associazioni dei taxi e degli Ncc ma non Uber e i rappresentanti dei consumatori, che invece avevano sperato di partecipare. “Un errore grave non convocarci”, ha detto l’Unione Nazionale Consumatori. Altroconsumo: “I consumatori hanno il diritto di partecipare”.

taxiE’ un grave errore che non siano convocate le associazioni di consumatori che rappresentano i clienti, dato che siamo gli unici a volere un miglioramento del servizio in modo disinteressato – dice il presidente UNC Massimiliano Dona – Un errore anche strategico, salvo che il Governo abbia già deciso di lasciare tutto immutato e rimangiarsi in toto l’emendamento Lanzillotta, facendo un imbarazzante dietrofront. Anche non convocare chi rappresenta il nuovo e la modernità, ossia i servizi tecnologici per la mobilità, vuol dire non voler accogliere né le tesi dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti né quelle dell’Antitrust, lasciando il Paese fermo all’età della pietra e ostile alle innovazioni”.

Le nuove tecnologie e i nuovi servizi che da esse scaturiscono, argomenta l’associazione, permettono di intercettare una domanda di servizi di norma meno costosi di quelli offerti da taxi e ncc, dando vita a un nuovo segmento del mercato della mobilità urbana, con nuovi clienti. Sull’esigenza di regolamentare nel modo meno invasivo possibile le nuove forme di mobilità legate alla diffusione di Uber e delle app digitali si è del resto espressa anche l’Autorità Antitrust nel 2015. L’Antitrust ha invitato il legislatore ad adottare una regolamentazione minima di servizi come UberPop.

“L’Autorità – si legge in un parere dell’Antitrust del 2015 – intende sottolineare con forza gli evidenti benefici concorrenziali e per i consumatori finali derivanti da una generale affermazione delle nuove piattaforme di comunicazione fra domanda e offerta di servizi di mobilità non di linea. L’utilizzo di questi strumenti, attraverso un più efficiente uso della capacità di offerta di servizi di mobilità presente in un dato contesto urbano, consente una maggiore facilità di fruizione del servizio di mobilità, una migliore copertura di una domanda spesso insoddisfatta, una conseguente riduzione dei costi per l’utenza, e nella misura in cui disincentiva l’uso del mezzo privato, un decongestionamento del traffico urbano”. Per quanto riguarda invece UberPop, svolto da autisti non professionisti, l’Antitrust nello stesso parere auspicava “l’adozione di una regolamentazione minima di questo tipo di servizi, alla luce dell’esigenza di contemperare interessi meritevoli di tutela: concorrenza, sicurezza stradale e incolumità dei passeggeri, anche definendo un “terzo genere” di fornitori di servizi di mobilità non di linea (in aggiunta ai taxi ed agli NCC), ovvero piattaforme on line che connettono i passeggeri con autisti non professionisti”.

I consumatori hanno il diritto di partecipare al tavolo convocato da Graziano Delrio per il 28 febbraio con le associazioni dei taxi e degli Ncc (auto e noleggio con conducente)”: questa la richiesta di Altroconsumo inviata al ministro dei Trasporti. I nuovi servizi proposti da soggetti innovativi e le nuove forme di mobilità sviluppate grazie ad applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche devono trovare nuove strade, argomenta l’associazione, e deve essere riconosciuto protagonismo ai consumatori. “Le logiche corporative soffocano la diffusione della digital economy e le opportunità per i consumatori”, dichiara Ivo Tarantino, responsabile relazioni esterne Altroconsumo. “Il Governo deve rispondere alle nuove esigenze e cogliere le potenzialità del mercato intervenendo tempestivamente con nuove regole per liberalizzare il settore trasporti”.


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