Migranti e banche, il rapporto si fa sempre più stretto. Aumenta negli anni l’inclusione finanziaria dei cittadini stranieri, accentuata dalla digitalizzazione e da una pluralità di strumenti di pagamento. Tre cittadini su quattro sono titolari di conto corrente. Fra di loro, quasi uno su tre accede ai servizi bancari attraverso smartphone  e tablet, oltre la metà fa ricorso all’Internet Banking. I dati, diffusi qualche giorno fa, vengono dal Rapporto annuale sull’inclusione finanziaria dei migranti in Italia, progetto pluriennale nato dalla collaborazione fra l’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e il Ministero dell’Interno.

Cosa dice il rapporto, giunto alla settima edizione? Sono oltre 2,7 milioni i conti correnti intestati ai cittadini stranieri, mentre è pari al 75% la percentuale di immigrati adulti residenti in Italia titolari di conto corrente. Di questi, uno su due ‘accede’ ai servizi bancari grazie al web; quasi uno su tre utilizza il proprio smartphone o tablet per effettuare operazioni finanziarie. Insieme all’integrazione sul territorio cresce dunque anche la capacità di cogliere le offerte degli strumenti finanziari. “Hanno superato il milione le carte con IBAN a cui non corrisponde un conto corrente presso la stessa banca: fra il 2015 e il 2016 il numero di carte con IBAN intestate a cittadini immigrati sono aumentate del 38%, con un tasso medio annuo di crescita del 27% nel periodo 2011-2016”.

I clienti di origine straniera sono sempre più informati ed esigenti e i servizi di pagamento rappresentano un traino per la loro inclusione finanziaria. Si legge in una nota dell’Abi: “L’inclusione finanziaria dei nuovi cittadini stranieri si rafforza, mentre si struttura sempre di più la loro presenza sul territorio: negli ultimi anni è molto cresciuto il loro livello di consapevolezza, al punto da renderli sempre più soggetti attivi dinanzi alla molteplicità di offerte e di proposte di servizi e prodotti provenienti dal mondo bancario. La maggiore conoscenza e reciproca fiducia nel rapporto con la banca, e il consolidato processo di inclusione economica e sociale di una parte significativa della popolazione straniera, comportano una evoluzione dei comportamenti finanziari da un lato sempre più assimilabili a quelli della clientela italiana e dall’altro confermando alcune significative caratterizzazioni che li distinguono e che pongono nuove e stimolanti sfide al mondo bancario”.

Negli anni è andato aumentando il ricorso a una pluralità di prodotti e servizi bancari, compresi quelli che riguardano investimenti e protezione: la componente assicurativa rileva un incremento nell’incidenza del 50%, mentre quella legata ai prodotti e servizi di investimento di quasi il 70%. Significativa è poi la diffusione fra i correntisti immigrati  dell’Internet banking (53%) “a conferma – scrive l’Abi – di un rapido processo di adeguamento da parte dei migranti in termini di accesso alla rete e, più in generale, della preferenza espressa per il ricorso ad una multicanalità che consenta flessibilità senza limiti di tempo e di luogo. L’indagine esamina anche la frequenza di utilizzo degli strumenti tecnologici, facendo emergere due aspetti di rilievo: l’ulteriore conferma della familiarità dei migranti verso l’utilizzo di Internet, con una concentrazione della frequenza nella classe di utilizzo ‘almeno una volta al giorno’ (84% dei casi) e una sostanziale assenza di individui esclusi, con il solo 0,5% del campione che non possiede uno smartphone o tablet”.


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