La Shernon Holding srl, la società che gestiva i punti vendita di Mercatone Uno, è stata dichiarata fallita nella mattinata di sabato 25 maggio e i 55 punti vendita sono stati chiusi. I lavoratori dello storico marchio imolese dell’arredamento sono venuti a conoscenza del fallimento solo tramite i social network e non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dall’azienda. Delle loro sorti se ne sta occupando il MISE.

Nella giornata di ieri si sono svolte varie azioni di protesta dei lavoratori in concomitanza con il tavolo urgente convocato al Ministero della Sviluppo. Il vicepremier e Ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, “l’obiettivo minimo da attuare subito è la cassa integrazione per i lavoratori. Ce la metteremo tutta”.  Il Ministro ha spiegato che deve autorizzare la procedura di amministrazione straordinaria e riprendere l’esercizio provvisorio il prima possibile. Così da consentire il ricorso agli ammortizzatori sociali”. Poi partirà “la fase di reindustrializzazione per dare un futuro certo ai lavoratori”. 

L’opposizione in particolare con Calenda, predecessore di Di Maio, rimprovera al ministro grillino di “non aver vigilato in questi mesi”, quando era subito apparso che gli acquirenti del Gruppo erano in difficolta’.

Ma ci sono anche conseguenze gravi per i clienti che nei mesi scorsi hanno acquistato mobili che non riceveranno nei prossimi mesi, rischiando anche di perdere gli acconti versati per migliaia di euro.

Il Governo deve intervenire con urgenza per garantire i diritti dei clienti ed evitare che i consumatori perdano i soldi già versati per l’acquisto di beni venduti e mai ricevuti”, sostiene il Codacons. “Il Governo deve istituire un fondo per rimborsare integralmente quei cittadini che hanno acquistato mobili o altri beni venduti da Mercatone Uno versando in anticipo il denaro senza però ricevere la merce in caso di fallimento di una società, infatti, i clienti sono l’ultima ruota del carro, e anche inserendosi tra i creditori sarà quasi impossibile per loro rientrare in possesso delle somme versate” ha dichiarato Carlo Rienzi, presidente dell’associazione.

Al Codacons si uniscono anche le richieste di Unione Nazionale Consumatori: “Chiediamo al ministro Di Maio di convocare non solo creditori e fornitori, ma anche le associazioni di consumatori che rappresentano i clienti rimasti beffati da Mercatone Uno” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “In troppi hanno pagato per mobili che ora non riceveranno più. Serve una soluzione che tuteli anche loro”, conclude Dona. 

Sulla stessa linea anche Codici che evidenzia come i clienti, “Ignari delle sorti dell’azienda, hanno continuato a comprare complementi d’arredo, pagando in anticipo il prezzo del prodotto, in alcuni casi solo una parte ma in altri casi integralmente, prima ancora che venisse confermata la produzione o la data di consegna. Con il fallimento dell’azienda si preannuncia una difficile lotta per questi consumatori. Nonostante il pagamento già effettuato, potrebbero infatti non vedersi consegnare il prodotto. Nel caso in cui invece l’avessero già ricevuto, non potrebbero far valere i diritti fondamentali del Codice del Consumo, primo fra tutti la garanzia di due anni”.

Non è tollerabile che a rimetterci sia la parte più debole, l’acquirente finale“, afferma Emilio Viafora, presidente della Federconsumatori. Per questo è fondamentale trovare delle soluzioni che prevedano il rimborso di quanto pagato o la consegna della merce, trovando una mediazione con i fornitori stessi.

“Il primo passo in questa direzione sarebbe aprire le porte del confronto alle Associazioni dei Consumatori riconosciute dal CNCU che stanno rappresentando gli interessi dei cittadini coinvolti e danneggiati da un fallimento per cui non hanno alcuna responsabilità.

Notizia pubblicata il 28/05/2019 ore 12.57


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