Lotta alla contraffazione, nuove minacce e prevenzione. Lo studio

Lotta alla contraffazione, nuove minacce e prevenzione. Lo studio (Fonte immagine: Pixabay)

Il fenomeno della contraffazione è profondamente mutato negli ultimi anni, influenzato dai cambiamenti nelle abitudini d’acquisto e nei canali utilizzati dai consumatori, con particolare all’espansione dell’e-commerce.

L’evoluzione e i modi operandi della contraffazione nei mercati online sono al centro del rapporto finale del progetto FATA – From Awareness to Action; uno studio realizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore – con il suo spin-off Crime&tech – e dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con il supporto di Amazon.

Contraffazione, quali sono i trend emergenti?

Il rapporto (disponibile qui in versione integrale) è basato sull’analisi di numerosi casi studio a livello nazionale e internazionale ed interviste con i principali stakeholder del settore pubblico e privato.

Secondo quanto emerso dallo studio, il ruolo dell’e-commerce resta limitato nella vendita dei prodotti contraffatti rispetto ai mercati tradizionali. Seppur in termini di volumi il 56% dei sequestri doganali nell’UE nel periodo 2017-2019 risulti legato alle vendite online, in termini di valore economico solo il 14% delle merci sequestrate è legato all’online, mentre l’86% afferisce alle vendite tradizionali.

Emergono, inoltre, un utilizzo contestuale di più canali online da parte dei criminali, con un ruolo crescente giocato dai social network e un legame sempre più stretto tra contraffazione e altri reati di tipo cyber o finanziario, quali: furto di identità degli utenti web; frodi nei pagamenti, ad esempio per effettuare acquisti tramite carte clonate; resi fraudolenti, per restituire prodotti contraffatti al posto dei prodotti originali acquistati; la diffusione di software malevoli e ransomware.

 

Contraffazione

 

Aumenta la collaborazione tra più soggetti criminali. Oltre ai soggetti coinvolti nel confezionamento e produzione di ‘falsi’, le nuove forme della contraffazione online vedono la partecipazione di diversi altri attori, con ruoli diversi: influencer – spesso di giovane età, che agiscono come intermediari sui social network e nei forum dei mercati online per attirare consumatori e collegarli con i fornitori di ‘falsi’; broker e sviluppatori, che supportano contraffattori e gruppi criminali nello sviluppo e gestione di servizi informatici collegati alla vendita di falsi sul web.

Attività di prevenzione e buone pratiche

Il report, infine, ha identificato diverse buone pratiche e raccomandazioni per contrastare il fenomeno della contraffazione.

In particolare: rafforzare il monitoraggio del fenomeno, ad esempio tramite la costituzione di un osservatorio scientifico che crei e gestisca una banca dati di casi e schemi di anomalia accessibile ad autorità pubbliche e stakeholder privati; ampliare i canali per lo scambio di informazioni tra settore pubblico e settore privato, su account e metodi di pagamento sospetti (es. carte clonate), modalità di vendita e schemi utilizzati; potenziare le capacità tecnologiche e di analisi delle autorità pubbliche e delle aziende private, attraverso una formazione specifica sugli strumenti di data analytics e sulle informazioni o fonti dati utilizzabili.


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